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Le pagelle di Napoli-Torino 5-3: a testa alta in pochi. E c’è il Falque-rimpianto

Gianluca Sartori

 NAPLES, ITALY - DECEMBER 18: Napolis player Dries Mertens vies with FC Torino player Emiliano Moretti during the Serie A match between SSC Napoli and FC Torino at Stadio San Paolo on December 18, 2016 in Naples, Italy. (Photo by Francesco Pecoraro/Getty Images)

DE SILVESTRI 5: torna titolare un mese e mezzo dopo Udine: e Insigne non è il più facile dei clienti per riprendere il ritmo partita. Fatica da bestia nel primo tempo, nonostante tiri fuori un paio di buone chiusure. Era prevedibile che andasse in difficoltà: quando bisogna giocarsi il tutto per tutto per provare a tornare in partita viene sostituito (9' st FALQUE 6.5: per Mihajlovic è la pedina da sacrificare sull'altare della copertura difensiva: viene rimpiazzato da Zappacosta, che esterno alto non è, e quando entra nel secondo tempo fa capire cosa vuol dire avere un esterno offensivo invece che un terzino adattato. Entra bene in partita, protagonista nell'azione della prima rete granata con un bel filtrante, trasforma un calcio di rigore. Col senno di poi è chiaro che avrebbe dovuto giocare: molti tifosi napoletani, sulle tribune del San Paolo, avranno ringraziato Miha).

ROSSETTINI 6: in occasione del terzo gol non basta un suo miracolo in scivolata. Dà l'impressione di essere il più sveglio e più dentro la partita della retroguardia granata anche se sul 3-0 liscia un pallone che per poco non libera Callejon per il quarto gol. Fatica (e tanto) anche lui, ma chiude su Hamsik alla mezzora. Nel secondo tempo sale sull'ottovolante perchè il Toro si gioca il tutto per tutto per riaprire la partita e fatalmente la squadra è sbilanciata: ne risente lui per primo quando arriva in ritardo sul quarto gol di Chiriches, che affossa il Toro. Poi però salva due volte sulla linea e segna la seconda rete granata, con una zampata sottoporta. E alla fine è uno dei pochi granata ad uscire dal campo a testa alta

MORETTI 5: non bene perchè in occasione del terzo gol è piantato a terra. Callejon tira, Hart para, nel frattempo lui chiede un fuorigioco che non c'è e guarda Mertens avventarsi sulla ribattuta una, due, tre volte. Giocare una volta al mese non è facile per un ventenne, figurarsi per un 35enne, e la ruggine nelle gambe si nota. Nella ripresa prova a tenere botta, ma si deve arrendere alla classe sopraffina di alcuni interpreti napoletani.

BARRECA 5.5: Con quel diavolo di Callejon è molto dura: lo spagnolo aggredisce molto ed è sempre pronto a prenderlo d'infilata alle spalle. Lui inizia bene, con personalità e senza paura, poi capitola al 12', quando non legge bene il movimento di Mertens in occasione del vantaggio napoletano. Il pomeriggio non continua bene perchè quattro minuti è effettivamente ingenuo a mettere le mani addosso a Mertens sbilanciandolo: il diavolo rosso aspetta solo quello, cade e si prende il rigore. Un inizio sicuramente difficile che però non lo affossa mentalmente: riesce a restare lucido e produce qualche buona chiusura, e nella ripresa tiene il campo.

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