Le tre sentenze di Torino-Atalanta: blackout e fragilità troppo evidenti

Il Torino doveva dare una risposta, anzi una conferma dopo le buonissime gare contro Fiorentina e Roma. Nel match contro l'Atalanta invece non è avvenuto niente di tutto ciò. La squadra di baroni anziché andate avanti ha fatto come il gambero: ha fatto non uno, ma ben due passi indietro. Gli otto minuti di buio totali non possono passare inosservati, non è la prima volta che succede. Così come è palese una fragilità mentale dal semplice soffio: basta nulla per mandare in tilt l'intera squadra. Ecco le tre sentenze di Torino-Atalanta. Come contro l'Inter, si è riproposto ancora il blackout. Il Torino non aveva iniziato con il piede sbagliato la gara e fino al gol dell'Atalanta aveva tenuto testa. Poi la rete di Kristovic ha scoperchiato nuovamente il vaso di Pandora. 30', 34' e infine 38', otto minuti di vuoto assoluto che hanno di fatto indirizzato dopo nemmeno un primo tempo i tre punti verso Bergamo. La stessa cosa era successa contro i nerazzurri, solo che il primo tempo si era chiuso sul 2-0. Ma la sensazione di non poter nemmeno rientrare in gara era la medesima di quella vista contro gli orobici. In quattro giornate di Serie A ci sono stati due di questi famosi blackout: il 50% delle gare praticamente. Il Torino è una squadra fragile, poco da dire. La gara contro l'Atalanta ha confermato questo trend: basta poco per far perdere fiducia nelle proprie capacità alla squadra di Baroni. I granata effettivamente quando subiscono i gol non sanno proprio reagire alle difficoltà. Questo è un aspetto che nella passata stagione Vanoli era riuscito a limitare, dato che in situazioni di svantaggio la squadra comunque provava a rientrare. Contro l'Inter il Toro è andato sotto al diciottesimo ed è uscito dalla partita. Lo stesso contro l'Atalanta. "È cambiato l'atteggiamento dopo il gol e questo non deve avvenire. Noi siamo stati più lenti, meno aggressivi e abbiamo concesso spazi ai giocatori dell'Atalanta, che non devi fare. Quindi c'è da lavorare, ma si sapeva", così ha detto Baroni nel post gara, ai microfoni di DAZN. La conferma di una squadra che non sa gestire le difficoltà. E se anche Zapata, il capitano, sbaglia... A conti fatti l'unica nota davvero positiva di un pomeriggio horror per i granata è il solito Giovanni Simeone. Solito perché ormai è diventato evidente l'apporto che il Cholito dà alla squadra di Baroni. Nella prima frazione di gioco lavora tanto per la squadra, cercando di farsi vedere soprattutto con il lavoro delle sponde. Non è stato pericoloso, non ha mai calciato in porta, complice un apporto davvero scarno da parte della squadra di Baroni. Nell'abulico secondo tempo dei granata però è l'unico che quanto meno prova a dare la scossa, quasi come un defibrillatore. Non basta, ma il carattere è quello giusto, quello del "cuore Toro". Se c'è un giocatore da cui ripartire quello è l'argentino.