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Torino, Bonifazi: “Lo Zenit? Sono già in una grande squadra”. E su Moreno Longo…

Gianluca Sartori

 Kevin Bonifazi

Quanto è stata dura la prima parte di stagione alla SPAL? 

"Tanto. Venivo convocato e poi finivo regolarmente in tribuna. Per un ragazzo di 20 anni è difficile. Perchè poi ti chiedi se sei adatto o meno al calcio di quei livelli. Mi ha aiutato molto la mia forza interiore. E una mano me l'ha dato a livello psicologico un compagno importante come Mirko Antenucci. Vi racconto un aneddoto: in conferenza stampa, dopo poche giornate dall'inizio del campionato, in conferenza stampa aveva detto che il giocatore più sorprendente della stagione sarei stato io, e lo disse in tempi non sospetti. Queste cose, dette da uno come lui, ti fanno piacere". 

Tatuaggi: ne hai tanti. Spiegane il significato di qualcuno.

"A spiegare il significato di tutti ci vorrebbero delle ore. Vi faccio vedere questo che ho sulla gamba. E' un teschio da cui sbocciano fiori. Sta a significare la resurrezione dopo la morte. Sportivamente, ho vissuto un momento simile dopo il fallimento del Siena, quando sono rimasto senza squadra. E poi arrivai al Torino..."

Già, l'arrivo al Toro. Come ricordi quei giorni, quando arrivasti alla Primavera?

"Ricordo che ero già convinto di poter essere un giocatore importante per quella squadra. E avevo capito da subito che quella squadra poteva giocarsi qualcosa di importante. Imparai molto dalle metodologie di mister Longo, che mi insegnò a lottare per gli obiettivi dal punto di vista mentale. Un anno molto importante".

Posizione in campo: giochi sul centro-destra come sul centro-sinistra?

"Assolutamente sì, per me è indifferente".

La stagione in Lega Pro tra Benevento e Casertana: giocasti poco, a posteriori cosa ne pensi?

"Io non credo che giocare poco ti forgi il carattere. Quello che forgia il carattere è mettere partite sulle spalle. Tra 30 partite, sarà un difensore migliore di quello che sono oggi. Dico però che anche quella è stata un'esperienza che mi è servita per essere quello che sono oggi". 

Emiliano Moretti è un grande riferimento?

"E' un ottimo professionista e un grande calciatore. Non devo descriverlo io, la sua carriera parla per lui. Se spero di arrivare in Nazionale prima di lui? Se la mettete così, sì. Ma intanto lui ci è arrivato, per me la Nazionale è ancora un sogno".

Quanto è importante Belotti per questo Torino?

"Sicuramente Belotti è un giocatore importante, però non c'è solo lui nella squadra. Ci sono molti altri giocatori forti, e non ce n'è nessuno che non sia degno di vestire questa maglia."

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