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Ngonge: “Se sono qui è grazie a Baroni. Zapata dice che sono veloce? In realtà…”

Davide Bonsignore Redattore 
Il rapporto con Baroni, Napoli, Torino e il padre Michel: ecco Cyril Ngonge

Tanto, tanto dibattutto il calciomercato del Torino... Buono? Non buono? Valido? Non valido? Se c'è una cosa certa è che, almeno sotto alcuni punti di vista, l'allenatore è stato ascoltato. E' il caso di Cyril Ngonge, che dopo essere esploso con il Verona - e sulla panchina c'era proprio Marco Baroni - dopo alcuni anni complicati (ha vinto uno scudetto, sì, ma anche giocato poco) ritrova il tecnico che tanto ha creduto in lui con la maglia degli scaligeri. Questo è argomento toccato, come lo è il rapporto con il padre, ex calciatore, come lo sono obiettivi personali e di squadra: Così Cyril Ngonge si è raccontato ai microfoni di Sky Sport.

Ngonge su Baroni: "Se sono qui è grazie a lui"

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Come detto, l'esterno belga è stato scelto da Baroni, che sempre a Sky Sport ha detto di lui "Ha tanta qualità". Dall'altra parte anche l'ex Napoli ha espresso belle parole sul tecnico: "E' sempre stato un allenatore sicuro di sé stesso e delle sue idee. Anche qui sta provando a portare il suo approccio e le sue idee di gioco". Questo da un punto di vista oggettivo, ma da un punto di vista soggettivo Ngonge è particolarmente legato a Baroni: "Lui è stato uno dei degli allenatori che mi ha permesso di mettermi in luce e di mostrare le mie qualità. Se sono qui è in gran parte grazie a lui”.

Ngonge: "Io veloce? Sì, ma non solo..."

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Dal ritiro a Prato allo Stelvio è rimasto un siparietto molto simpatico, con Zapata che vede Ngonge allenarsi e commenta "Questo vola". Se Ngonge, però, dovesse dire la sua qualità principale non direbbe la velocità: "Sono abbastanza veloce, ma direi più l'istinto e la tecnica", ha spiegato l'esterno belga. Arrivato in Italia nel 2023, nelle quattro annate precedenti Ngonge ha giocato in Olanda, che gli ha lasciato un'eredità certamente diversa: "Avevo più una mentalità olandese per giocare a calcio e pensavo solo ad attaccare e fare gol". Il cambiamento, però, nel Belpaese c'è stato: "Ho imparato a essere rigoroso, a lavorare anche sulla tattica italiana, che in altri Paesi non è così importante. Come giocatore mi sento cresciuto un sacco da quando sono arrivato”. 

Obiettivi di squadra e personali: ecco il parere di Ngonge

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Raccontatosi a 360 gradi, Ngonge a Sky Sport ha spiegato anche che tra i suoi obiettivi c'è quello di aiutare i giocatori più giovani: "Cercherò di trasmettere loro tutte le mie esperienze e tutte le cose che ho imparato a Napoli dai giocatori di maggiore esperienza e dall’allenatore". Quali? L'esterno belga ha risposto anche a questo: "L’essere più rigoroso in allenamento, non essere soddisfatto con sé stesso e chiedersi ogni giorno qualcosa in più". Così si possono tracciare gli ideali calcistici di un giocatore che ha anche messo in chiaro obiettivi personali e di squadra. Per il primo, l'esterno belga individua "l'avere più continuità", cosa che a Napoli è mancata, trovando poco spazio. Per quanto riguarda la squadra, invece, più o meno similmente a quanto affermato da Baroni Ngonge ha spiegato l'importanza di "crescere dall'anno scorso e fare meglio dell'anno scorso". "C’è qualità, c'è la piazza e quindi dobbiamo fare meglio dell'anno scorso” ha spiegato convinto l'ex Verona, che ha individuato, poi, in Asllani il giocatore che più l'ha sorpreso: "Quando tocca la palla si vede subito che è un giocatore di di qualità". 

Ngonge sul'Italia: "Voglio vivere in centro a Torino"

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Tra i temi toccati anche quello del trasferimento in Italia, paese di cui il belga ha raccontato apprezzare soprattutto cibo e cultura. Se si fa una lista delle città importanti per lui, ora c'è Torino, ma prima Verona e Napoli: città molto varie che hanno permesso a Ngonge di farsi un'idea ampia di varie zone d'Italia. "Ho vissuto al nord e anche al sud, vedere entrambe le culture è una bella esperienza, il modo di vivere tra nord e sud è molto diverso, sono due mondi diversi, bisogna prendere il buono di tutti e due e farne uno solo" ha spiegato Ngonge, dimostrando di aver capito dell'Italia già più di molti italiani. Sulla sua situazione attuale, poi, il belga ha spiegato di essere ancora alla ricerca di una casa: "Preferisco vivere in città, quindi penso che vivrò in centro” ha spiegato il belga.

Il rapporto con il padre e l'influenza di un ex calciatore

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Anche il padre del numero 26 granata, Michel Ngonge, è stato un calciatore. Watford e QPR in Premier, ma in Belgio ha anche indossato la casacca del Gent. "Non ho cominciato a giocare a calcio per seguire le orme di mio padre" ha raccontato di Cyril, che in realtà ha cominciato con il basket...anche se, quando ha provato il calcio, "è diventato subito un amore". Poi il belga ha spiegato le difficoltà di avere un padre ex calciatore: "Ti spinge sempre, ti mette pressione, anche se non lo fa con cattive intenzioni. Però a quell'età vuoi solo giocare a calcio e divertirti con gli amici, perché è ciò che ami. Rischia di diventare una cosa pesante". In ogni caso, ha spiegato il Belga, i suoi consigli si sono rivelati sempre preziosi: "La relazione con mio padre è stata importantissima per me”. E anche sulla scelta, ormai oltre due anni fa, di venire in Italia, Michel è stato fondamentale per Cyril nel consigliargli il Belpaese: "Lui mi ha detto che in Italia sarebbe andata bene - ha concluso l'esterno granata - e ad oggi sono contento di aver fatto questa scelta”.