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Pioli si conferma bestia nera del Torino: ma Juric l’ha messo alle corde

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Il confronto tra i due tecnici dopo la vittoria per 1 a 0 dei rossoneri sui granata

Andrea Calderoni

Stefano Pioli si è confermato bestia nera del Torino: 19esima vittoria contro i granata in 32 incontri e così la striscia di risultati utili è salita a quota a 17 (13 vittorie e 4 pareggi). Numeri importanti per il tecnico del Milan contro il Torino, anche se ieri sera la sconfitta, a differenza di quanto sostiene un po' da protervo lo stesso Pioli, sta stretta alla squadra di Ivan Juric. Il Torino ha avuto il merito di rimanere in partita, riuscendo a rialzare la testa dopo il gol di Olivier Giroud a inizio gara. Non si è scomposto e ha continuato a macinare gioco, tanto che lo stesso allenatore croato al triplice fischio si è detto alquanto soddisfatto per la prestazione dei suoi ragazzi (ovviamente non ha potuto dire lo stesso del risultato).

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CONSAPEVOLEZZE - Il Torino di Juric ha tirato di più verso la porta rispetto al Milan di Pioli e ha mantenuto maggiormente il possesso del pallone, ma proprio come contro l’Atalanta, la Juventus e il Napoli non ha portato a casa punti. Il Milan è stato più cinico e ha dimostrato che in questo momento della stagione è in un ottimo momento psico-fisico. Per vincere i titoli, del resto, non basta essere belli (e il Diavolo ieri sera non lo è stato), ma bisogna essere anche, se non soprattutto, pratici. La concretezza del Milan è mancata al Torino (Belotti prima e Sanabria poi hanno avuto due ghiottissime chance per l’1 a 1, senza dimenticare l’assalto conclusivo). Ecco aver visto un Torino competitivo per 90 e oltre minuti al “Meazza” contro la capolista è senz’ombra di dubbio l’aspetto più importante. Quando si analizza il Torino di questo primo scorcio di stagione, infatti non ci si può scordare della situazione che Juric ha ereditato lo scorso luglio. I passi in avanti sono stati tanti (ieri sera ad esempio non è stato concesso praticamente niente al Milan, se non l'azione del gol di Giroud), i punti meno di quelli meritati, ma in un progetto lungo tre anni si tramuteranno nella logica conseguenza se il trend di crescita prestazionale verrà confermato.

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SCELTE - Entrando nel merito delle scelte, un po’ ha sorpreso la seconda partita di fila da titolare nel giro di pochi giorni di Alessandro Buongiorno. Un gran bell'attestato di stima, proprio come le parole di Juric a fine partita che ha spiegato come la sostituzione a inizio ripresa sia stata dettata semplicemente dall’ammonizione del classe 1999. Nel finale vissuto all’arrembaggio si sono riveste le due punte contemporaneamente in campo: Antonio Sanabria e Simone Zaza. La scelta tattica è stata dettata dal momento, ma è significativo che finalmente Juric abbia potuto contare su ben tre alternative differenti in avanti. Inoltre, Tommaso Pobega e Sasa Lukic hanno ribadito presso la "Scala del calcio" che i granata hanno un centrocampo di peso e qualitativo che può addirittura sopperire all'assenza di un certo Rolando Mandragora.

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