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Rampanti: “I numeri di Mazzarri fanno riflettere. Per il prossimo anno obiettivi realistici”

Parola al Mister / L'analisi di fine stagione del nostro Serino Rampanti: "Quest'anno hanno reso al massimo solo tre giocatori. E il più grande rammarico resta il girone di andata..."

Lorenzo Bonansea

"Con la vittoria di Marassi contro il Genoa va in archivio un'altra stagione granata, sicuramente sotto le aspettative di inizio anno. Per tirare le fila di questo campionato appena terminato, abbiamo dato nuovamente la "Parola al mister" Rosario Rampanti.

"Serino, una stagione finita col sorriso sfatando per altro un tabù di 37 anni su uno dei campi più insidiosi nella storia granata.

"Sì. La soddisfazione più grande è che si conferma che l'assetto di squadra ormai è ben definito, e parlo della disposizione base in campo. Non parlo dei giocatori, ma della strategia tattica. Secondo me però si ha avuto anche la conferma che certi giocatori devono ancora crescere molto per far sì che si faccia completo affidamento su di loro. Faccio difficoltà  ad immaginare questi ragazzi, come Edera e Berenguer, in un unidici di partenza. Li vedo più come contorno per ora. Anche Bonifazi sta palesando qualche insicurezza, deve ancora crescere.

"Hai "dimenticato" l'esordiente in campionato Milinkovic. Come ti è sembrato?

"Su Milinkovic-Savic non sono molto d'accordo su quanto scritto in giro. Personalmente ho visto un ragazzo con quel pizzico di follia che un portiere deve avere, e mi piace molto questa cosa. Ha un calcio incredibile, e sul gol non è stato un errore suo. Io vedo un grandissimo futuro per lui. Azzardo a dirti che in passato il Torino non ha mai avuto una coppia di portieri di questo tipo. Ha avuto grandi portieri, ma magari non secondi di valore. Come coppia mai così forte. Con un po' di esperienza può diventare un grandissimo, perché ha quel pizzico di follia che non guasta mai. Ai miei tempi, si diceva che i numeri 1 e 11 erano quelli più pazzerelli...

"Continuando nella disamina della partita, non si può non spendere l'ultimo elogio stagionale a Iago Falque.

"Iago si conferma il giocatore che in questi due anni ha avuto il rendimento più alto, il giocatore più continuo anche in realizzazione. E qui ci si può riallacciare anche ad un discorso generale: lui, Nkoulou e Sirigu in questo campionato sono stati i giocatori più continui, e anche De Silvestri nel girone di ritorno. Se questo rendimento invece che averlo solo in 3 lo avessero avuto in sette, sarebbe stato un campionato straordinario. Quando si hanno 6/7 giocatori con rendimento alto fai un grande campionato, ne hai avuti tre ed è andata così.

"Serino, è tempo di tirare le somme. Il Toro ha chiuso il girone di ritorno con 4 punti in più rispetto all'andata, segnando 4 gol in più e subendone 8 in meno. Dati eloquenti.

"I dati che leggo questa mattina sul vostro editoriale sono molto eloquenti, e confermano quello che si era capito già dopo qualche partita: la squadra ha acquisito un certo equilibrio, cosa che in passato non c'era. Quando si fanno più gol e se ne prendono molti meno, insomma, i dati non mentono... Certo, c'è un po' di rimpianto perché se nel girone di andata si fossero fatti gli stessi punti del ritorno si sarebbe arrivati a ridosso dell'Atalanta e sopra la Fiorentina, e se poi ricordiamo quella gara in casa contro la viola col giallo VAR...  Comunque, un'altra riflessione da fare è sulla Samp: grande allenatore, grande squadra, campionato straordinario, e poi è finita dietro di noi. E' bene ricordarla questa cosa. Tornando alla viola, con la Fiorentina hai perso 3-0 a Firenze e qui c'è stato quell'arbitraggio un po' così, in un periodo anomalo per la morte di Astori... Insomma, non il miglior momento per incontrarli.

"Ieri Mazzarri ha dettato un'altra volta la linea per il prossimo anno, anche per quanto riguarda la struttura della rosa.

"Sì. Vorrei partire da Ljajic, che ieri non c'era. Secondo me è un giocatore importantissimo, ma bisogna ricordare se nel primo periodo di Mazzarri lui non c'era e la squadra non faceva così male. Io ho l'impressione che Mazzarri abbia inquadrato la squadra, e la sua idea è di portare avanti un concetto dove il singolo si deve sacrificare per favorire il gruppo. Questo per sottolineare ancora una volta che molti punti si sono fatti senza Ljajic e anche - se vogliamo - senza l'apporto pieno di Belotti. Nel Toro che verrà ci dovranno essere giocatori che giocano per la squadra e devono essere funzionali a questa. Se un solista non si mette al servizio degli altri ci saranno sempre scompensi. Non ti parlo come un vecchio che è rimasto ai tempi che furono, credo di saper leggere la realtà e ti dico che questo calcio è molto diverso da una volta: oggi la forza economica di un club è molto più importante rispetto ad un tempo. La realtà cosa ci dice? Che come ha detto Mazzarriil Toro economicamente è sotto le prime 6 squadre del campionato. In questo senso, la riflessione finale è che si deve sempre analizzare con calma la situazione della propria squadra anche in relazione alla forza economica degli altri club. Penso che questo che verrà per il Torino dovrà essere un campionato in cui mantenere assolutamente le aspettative di inizio anno.

"Già, ma quali saranno?

"Queste aspettative dovranno essere coerenti con la realtà, e questa ci dice che bisogna sempre tenere presente al momento della partenza quali sono i club più forti. Saranno probabilmente i primi 6 in classifica di quest'anno, perché in effetti questi possono contare su un bacino di spettatori molto più alto rispetto al Toro, e anche grazie a questo fatto riescono a permettersi di pagare ingaggi molto più alti ai giocatori, che sono quindi invogliati a non cercare altre avventure. Errato è fare promesse e illudere, come  fatto nel recente passato. L'obiettivo che deve porsi la squadra è quello di arrivare primi nella seconda fascia, cioè prendere il posto dell'Atalanta, avere quel ruolo lì. E realisticamente avere la consapevolezza che se si arrivasse più in alto si andrebbe a raggiungere un grande obiettivo.

"Cosa aspettarsi da questo mercato?

"Per quanto riguarda la rosa, leggo come tutti le dichiarazioni di Mazzarri, e uno che ha vissuto tutta la vita di calcio come me posso dirti che riesce, da fuori, ad inquadrare abbastanza bene il tipo di uomini che scende in campo con la maglia granata. Il campo si porta dietro quello che si è fuori. E allo stesso modo, dalle dichiarazioni e da come si muove, credo di riuscire a decifrare l'individuo Mazzarri. Lui è molto pragmatico e razionale, anche quando parla di mercato. Usa la realpolitik, e quando ti dice che lui vuole 11 giocatori e 11 riserve, vuole dire che qui ha trovato troppi giocatori sparpagliati, alcuni magari indefiniti come ruolo. E quindi ci si potrebbe aspettare una mezza-rivoluzione in questo senso. Lui è riuscito a fare gruppo ma secondo me ha fatto molta fatica, perché Mazzarri è praticamente l'opposto dell'allenatore precedente, agli antipodi. Vorrà anche cercare di valorizzare alcuni ragazzi, che dovranno ancora crescere molto come si è visto.

"Ci dovrà essere una grande coesione con la società, in questo senso.

"Lui ha le idee molto chiare, la società naturalmente dovrà operare con lui per far sì di accontentarlo. Lui farà le richiesta, e la società dovrà fare il possibile. Mazzari ha fatto capire che vorrebbe che certi giocatori rimanessero, ma solo se ne sono convinti al 100%. "Se non sposi la causa, è meglio che te ne vai", insomma. Bellissime in questo senso le parole di Nkoulou, che ha sposato la cuasa e infatti ha avuto un rendimento altissimo. Il giocatore forte deve equilibrare la sua vita tra famiglia e campo. Stop. Quello è il calciatore ideale.  La società, poi, deve secondo me alzare la voce anche in un un altro senso dal prossimo anno. Ho visto tanti arbitri non equi nelle decisioni quando si trattava del Torino, che ha avuto tanti torti. Spero che la società diventi "politicamente" più forte.