Il centrocampista ha parlato anche dell'ambiente e dei tifosi: "Quest'anno, ma anche gli altri anni i tifosi ci sono stati molto vicini, anche se non gli abbiamo dato tante soddisfazioni e quindi vanno ringraziati". Poi sempre sulle emozioni in campo: "Il momento dell'ingresso in campo è di massima tensione, per come lo vivo io. Poi quando l'arbitro fischia l'adrenalina fa da padrona. Però il momento dell'ingresso è particolare, con le ultime cose che si possono dire ai compagni, si sentono i primi cori... Poi in campo è come se ci fosse un grande vetro che copre l'esterno: voci, cori... Rimane solo ciò che è dentro al campo".
Spazio anche a una breve riflessione sul proprio stile di gioco, spesso poco appariscente ma centrale nell’equilibrio della squadra:“Non faccio azioni spettacolari, non sono un attaccante, però tante volte per un centrocampista un contrasto è molto importante per la squadra”. Un’identità tecnica chiara, che ha trovato applicazione in un sistema di gioco come quello di Vanoli, dove corsa, intensità e letture tattiche sono fondamentali. Senza fare proclami, Ricci ha offerto un punto di vista lucido sul proprio ruolo e sulla stagione appena conclusa, tra campo e spogliatoio.
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