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Schuurs, tre anni al Toro: “Tornerò in campo e ne varrà la pena”
“Ci vuole tempo e pazienza: non mettiamo pressione per il suo rientro sarebbe un bellissimo regalo”, diceva Paolo Vanoli nel settembre 2024. Eppure, il calvario di Perr Schuurs è ancora attualità. Da allora si sono accavallati arrivi, partenze, dichiarazioni, attese. Lo stesso Vanoli non siede più sulla panchina granata, e l’anomalo caso dell’olandese accompagna ora la terza gestione tecnica. Sono passati 667 giorni dall’ultima apparizione in campo e dalla rottura del legamento crociato del ginocchio sinistro, quando al timone c’era ancora Ivan Juric: “Spero in un miracolo e che non sia niente di grave”, furono le sue parole dopo la gara persa contro l’Inter il 21 ottobre 2023, preludio a un’assenza prolungata per l’intera stagione. A distanza di un anno, un altro incontro con i nerazzurri avrebbe tolto di mezzo anche Duvan Zapata con un infortunio simile, vanificando i piani di Vanoli. E ora, con un’ennesima sfida all’Inter alle porte – quella del 25 agosto, apertura di campionato – c’è fiducia sul ritorno del colombiano, ma non ancora dell’olandese. Le frasi di Juric, a distanza di quasi due anni, sembrano scolpite nel tempo: l’attesa si è trasformata in una sorta di affidamento al soprannaturale, con il solito invito alla pazienza.
Dopo Juric e Vanoli, il caso Schuurs è ricaduto anche sulle spalle di Marco Baroni. Il tecnico lo ha incontrato il giorno della sua prima visita al Filadelfia: Schuurs si allenava in solitaria, come per tutta l’estate. Baroni ne ha parlato poi in conferenza stampa di presentazione: “Il primo giorno che l’ho incontrato mi ha detto: “Mister, alla prima giornata io ci sono”. Un’immagine perfetta, quasi cinematografica: dall’Inter all’Inter, con il difensore pronto a onorare le dichiarazioni rilasciate a fine maggio fuori dal Fila – “Sto meglio, sì, il ginocchio non mi fa più male nemmeno sotto sforzo e il mio rientro sarà tra settembre e ottobre”. Ma lo stesso Baroni, subito dopo, ha raffreddato gli entusiasmi: “Questo spiega la voglia che ha, ma dobbiamo vedere cosa diranno i dottori”.
E infatti, nei giorni successivi, i toni hanno lasciato più dubbi che certezze. Urbano Cairo, nella cornice alessandrina del “Mamma e Papà Cairo”, ha spento sul nascere ogni speranza: “Purtroppo Schuurs non lo recuperiamo ancora perché non è pronto”. Un loop infinito di sì, forse e “decisamente no” che dura ormai da quasi due anni. Davide Vagnati, dal canto suo, ha provato a ribadire il valore dell’olandese, definendolo il suo miglior acquisto da quando è a Torino: una scommessa vinta, almeno fino a quella maledetta serata ottobrina, ma con un destino che nessuno avrebbe potuto prevedere. Anche lui, però, non ha potuto che tornare a chiedere aiuto alla provvidenza: “È fermo per infortunio da quasi due anni e prego perché ritorni in campo: qualche miglioramento c’è”. Parole che lasciano la sensazione di un discorso già sentito, più vicino all’attesa che a una reale svolta.
Oltre seicento giorni di degenza non possono che sollevare interrogativi. L’estate è passata ancora una volta tra allenamenti individuali, lontano dal gruppo, senza partecipare al ritiro di Prato allo Stelvio. Il vero nodo, ormai, non riguarda tanto le date, quanto la speranza di rivederlo in campo. Due operazioni al crociato, due stagioni saltate: i timori sono inevitabili. Dai sospetti al limite del paranoico o complottista sul mancato reinserimento in gruppo, alle domande più concrete su quanto potrà ancora esprimere del suo talento, il rischio è che Schuurs resti un grande “what if” per i granata. Ci si chiede se riuscirà mai a ritrovare lo smalto del primo anno o se, al contrario, finirà per essere spettatore anche nel nuovo progetto di Baroni.
Schuurs continua a lavorare per rientrare al massimo della condizione e indossare di nuovo la maglia granata. Proprio oggi ricorrono i tre anni dal suo arrivo dall’Ajax, datato 18 agosto 2022. Per celebrare l’anniversario, il difensore ha pubblicato una storia Instagram con alcune immagini di quel giorno – anche insieme a Vagnati – accompagnata da un messaggio: “3 anni in questo splendido club. Grato per l’amore, orgoglioso di indossare questi colori. Un giorno tornerò in campo, e ne varrà la pena”. Un messaggio che sa di promessa e che i tifosi hanno accolto con affetto. Tutti lo aspettano, non solo come punto di riferimento della retroguardia, ma anche per il ragazzo: l’auspicio è che i due anni più difficili della sua carriera possano presto restare solo un ricordo.
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