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Serie A, Cairo chiede lo stop: il partito si rafforza, ma lo scontro è aperto

Campionato / De Laurentiis, Lotito e Setti i più decisi per la conclusione della stagione. Con il granata Cellino, Commisso e Ferrero

Andrea Calderoni

"Il partito “No alla ripresa del campionato di Serie A” prende sempre più forma in seno alla Lega. Ha “firmato” la tessera d’iscrizione anche il presidente del Torino Urbano Cairo. Lo ha fatto tramite le dichiarazioni di ieri, con le quali ha sottolineato come "la stagione deve essere chiusa anticipatamente”. Il concetto che sta alla base della fazione di Cairo è che si potrà tornare in campo solo quando non ci saranno rischi per la salute ma al contempo non si può andare oltre al 30 giugno per non pregiudicare anche la prossima stagione. Cairo si è schierato al fianco di altri illustri colleghi, tra cui il numero uno viola Rocco Commisso, l’unico patron straniero che ha reso pubblico il proprio pensiero circa il prosieguo dell’annata calcistica.

PARTITO STOP - Sulla stessa linea di Cairo e di Commisso, anche il presidente del Brescia Massimo Cellino, che ha affermato: “La chiusura del calcio è indispensabile. Abbiamo forse bisogno che ce lo dica il Ministro? Dico solo questo: la stagione è andata, speriamo di riuscire a giocare la prossima, sarebbe già una bella cosa”. Tra l’altro Cellino rappresenta la squadra di una delle città che sta pagando il prezzo più caro della crisi sanitaria. Al suo collega bergamasco Antonio Percassi è stato rivolto l’invito di ritirare la squadra dal campionato (l’invito è arrivato da Claudio Galimberti, conosciuto come il “Bocia”). Percassi, per ora, ha espresso tutta la propria commossa vicinanza a Bergamo, alle sue valli e alla sua gente ma non è stato categorico sul fatto di terminare già a questa altezza cronologica la stagione. Su posizioni identiche a quelle ricordate di Cairo, Commisso e Cellino invece c'è anche Massimo Ferrero, presidente della Sampdoria. Tommaso Giulini (Cagliari) ha espresso la propria contrarietà ai play-off e play-out, ma ha aggiunto: “Se sarà possibile la stagione proveremo a concluderla a maggio e a giugno, ma oggi le priorità sono ben altre”. Lo stesso concetto è stato ribadito da Enrico Preziosi (Genoa), che vuole garantite "le condizioni per la tutela della salute prima di una possibile ripresa".

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"VOGLIA DI GIOCARE - Non fanno parte del partito di Cairo e company Claudio Lotito e Aurelio De Laurentiis. I massimi rappresentanti di Lazio e Napoli, già qualche giorno fa, premevano addirittura affinché almeno gli allenamenti potessero ripartire ma almeno quella battaglia l'hanno persa.La posizione della seconda in classifica, la Lazio, è stata ribadita nelle scorse ore anche dal direttore sportivo Igli Tare: “La stagione deve essere portata a termine anche se adesso sembra di vivere in un film horror. Per rispetto dei morti e per i fan. I tempi non sono maturi per decidere se annullare il campionato, il numero di persone infette sta iniziando ad abbassarsi. Interrompere la stagione sarebbe ingiusto”. Più o meno identiche le parole di Maurizio Setti e del suo Verona: i veneti, infatti, vogliono finire il campionato Proprio come il parlamento italiano, anche la Lega Serie A si trova perciò spaccata e le posizioni sono chiare. L’ultima parola spetterà al consiglio federale e in tal senso si sa che Gabriele Gravina (coadiuvato dal presidente della Lega Serie A Paolo Dal Pino) ha un unico obiettivo: concludere regolarmente il campionato per “non avere contenziosi”.