Il secondo fattore invece sono le motivazioni personali, le motivazioni devono essere coltivate e non bisogna mettere in atto processi che possano inibirle. La motivazione nasce nell’individuo ed è conseguenza della personalità dell’atleta e del periodo evolutivo che sta vivendo (all’inizio, nel pieno o al termine della carriera). Per saper motivare al meglio è quindi fondamentale per l’allenatore trovare delle strategie individuali, ma su questo penso che GDB si un buon motivatore.Importante è che gli allenamenti non siano monotoni e noiosi perché monotonia e noia sono due nemici micidiali della motivazione soprattutto per gli atleti più estroversi, questo va un po’ a cozzare con l’allenamento perché si sa che solo con le ripetizioni si mandano a memoria e si automatizzano gesti tecnici e tattici. L’allenatore poi deve porre parecchia attenzione agli atleti che vengono impiegati poco durante le partite cercando di trovare sempre per loro un modo per farli sentire utili alla squadra e soprattutto non far sorgere in loro la sensazione di essere emarginati, perché chi sente di fare parte del gruppo può essere decisivo anche se gioca per pochi minuti.Oltre alla noia e alla monotonia anche l’ansia e la mancanza di speranza possono far calare le motivazioni e aumentare la stanchezza mentale. L’ansia si ha quando si teme qualche cosa e nello sport si associa alla paura di non riuscire a raggiungere l’obiettivo prefissato, la mancanza di speranza invece si ha quando non si crede in più nelle proprie qualità o non le si ritengono sufficienti per raggiungere il risultato; è probabilmente su questi ultimi due fattori che il Torino è scivolato spesso non solo nel campionato in corso ma anche nei precedenti, in questa rubrica già dopo la partita con l’Inter avevo posto l’accento sul fatto che la squadra fosse debole “mentalmente” nonostante sia molto più forte e più completa dello scorso anno dal punto di vista tecnico tattico.
Probabilmente manca un trascinatore, un personaggio come Giorgio Ferrini, Paolo Pulici, Junior, Antonino Asta e nell’epoca di Cairo Oscar Brevi Roberto Muzzi e soprattutto Davide Nicola; probabilmente l’unico con queste caratteristiche in rosa è Matteo Sereni anche se la vicenda del contratto in scadenza non lo aiuta certo nell’assumersi responsabilità che vanno oltre al proprio ruolo. Ma più realisticamente mancano anche quei risultati positivi che possono aumentare fiducia e autostima e le prossime tre partite che verranno giocate allo stadio Olimpico possono portare quello di cui il Torino ha bisogno, giocatori allenatore società tifosi e media devono remare tutti dalla stessa parte perchè questo avvenga.
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