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Torino, i pagelloni della stagione: Cairo 5, quando accentra le scelte sbaglia

I voti finali / Tra i responsabili di una stagione fallimentare non può che esserci il Presidente del Toro: ecco perché

Silvio Luciani

"Quello del Torino, non solo inteso come squadra ma come club, è stato un passo indietro notevole. Ventitrè punti in meno nella classifica finale e una salvezza raggiunta per il rotto della cuffia non possono avere un solo responsabile. Ma una fetta delle "colpe" di una stagione che ha fatto soffrire tutti - dall'ultimo dei tifosi al primo dei dirigenti - non può che essere del presidente Urbano Cairo. E pensare che ad inizio stagione, la scelta del "Tengo tutti", del "Ho detto no ad 11 offerte" era quel che si attendeva la piazza. Il Toro arrivava dal record nell'era dei tre punti e, come la Lazio, ha trattenuto in blocco quel gruppo, rifiutando offerte importanti e blindando coloro che erano stati richiesti con dei rinnovi di contratto (vedi Lyanco e Izzo). Ai nastri di partenza della stagione, la maggior parte della critica collocava il Torino tra le pretendenti a pieno titolo ad un posto in Europa League con, addirittura, delle velleità di Champions League.Ma nel calcio di oggi ci sono tante variabili che rendono tutto più difficile e la prima riguarda le motivazioni dei calciatori. E qui sta il più grande errore. Spiazzato dalla separazione traumatica con il ds Gianluca Petrachi, il presidente Cairo è tornato agli antichi vizi, accentrando su di sé anche le scelte (e le trattative) del mercato. Così il Toro si è fossilizzato su una strategia che nel calcio di oggi non paga più. Non si è capito che il risultato dei 63 punti non era una base da cui ripartire ma il massimo a cui poteva ambire quel gruppo. E una controprova del fatto che il presidente - che solitamente si era dimostrato uno dei migliori nel selezionare gli uomini giusti - si sia reso conto di aver sbagliato è il cambio della guida sportiva a stagione in corso, con Davide Vagnati che ha preso il posto di Massimo Bava. Così il presidente ha pagato il prezzo dei propri errori rischiando una clamorosa retrocessione e subendo contestazioni da parte di quella piazza che gli chiedeva di non vendere nessuno, anche a causa di alcune imprudenti dichiarazioni che gli sono tornate indietro come un boomerang. E non ha di certo aiutato neanche il solito, controverso immobilismo del mercato di gennaio, nel quale ci sono state soltanto cessioni. Inoltre, il presidente probabilmente ha concesso troppo credito a un allenatore, Mazzarri, che aveva perso la bussola ormai da un po' di tempo. In generale, nella stagione 2019/2020 il Torino avrebbe dovuto fare il definitivo salto di qualità ma ha steccato, ridimensionando le proprie ambizioni. Ora si deve ricominciare da zero, e l’unica parola d’ordine, per tutti, deve essere imparare dai propri errori.

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