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Torino, le sostituzioni non convincono: servivano prima Pellegri e Singo

Torino, le sostituzioni non convincono: servivano prima Pellegri e Singo - immagine 1
Il confronto tra gli allenatori della partita di San Siro tra i nerazzurri e i granata

Andrea Calderoni

Il Torino ha disputato una grande partita per 70 minuti, poi negli ultimi 20 ha patito l'Inter e alla fine è capitolato per il gol di Brozovic su assist di Barella. Qualche cosa di diverso probabilmente si poteva fare per non patire così tanto l'ultimo segmento di gara. Ad esempio, si poteva pensare prima alla staffetta tra Antonio Sanabria e Pietro Pellegri. I granata avevano bisogno di un po' di freschezza in attacco per tenere su il pallone e uno come Pellegri, con il suo agonismo, avrebbe potuto sgomitare con maggior profitto contro i centrali difensivi dell'Inter. Pellegri è stato invece messo in campo dopo la rete dell'1 a 0 dell'Inter e ha rappresentato la mossa della disperazione. Più in generale, l'ultimo slot di sostituzioni è stato posticipato fin dopo la rete di Brozovic. Considerate le difficoltà del Torino negli ultimi 20 minuti, si poteva pensare a spendere prima gli ultimi due cambi a disposizione. Insomma, anche Wilfired Singo poteva essere inserito prima sulla corsia di destra dove Valentino Lazaro era reduce dalla terza partita di fila da titolare.

Torino, le sostituzioni non convincono

Si può aggiungere che gli ingressi di Emirhan Ilkhan e di Nemanja Radonjic sono coincisi con l'abbassamento del baricentro granata. Sia Karol Linetty sia Demba Seck non apparivano al termine delle loro energie. Privarsi di un uomo esperto come il polacco a venti minuti abbondanti dalla fine non è apparsa un'idea saggia. Più lineare la staffetta tra Radonjic e Seck, anche se l'ex OL ha faticato a carburare e si è fatto apprezzare soltanto per una conclusione in diagonale ben parata da Handanovic. Un ultimo appunto riguarda il cambio tra Ricardo Rodriguez e David Zima: nemmeno in questo caso sembrava esserci la necessità di togliere lo svizzero; era in realtà più condivisibile al 76' pensare all'ingresso di Pellegri o a quello di Singo. Insomma la gestione dei cambi non ha convinto e potrebbe aver contribuito a rendere gli ultimi 20 minuti meno brillanti dei precedenti 70.

L'evoluzione del gioco del Torino

Al di là di questo, il Torino a San Siro ha sfornato una bella prestazione e avrebbe meritato qualcosa in più. Ha giocato con personalità provando a tenere le redini della gara. Proprio Matteo Paro ha evidenziato il processo evolutivo del lavoro suo e di Juric rispetto alla scorsa stagione. "Il lavoro dell'anno scorso era stato improntato sulla fase difensiva, sull'infastidire gli avversari. Con questo lavoro alle spalle stiamo lavorando di più sul gioco e stiamo acquisendo sicurezza" ha sottolineato ai microfoni di Dazn (LEGGI QUI). In effetti, tali aspetti sono emersi. Il Torino a Milano si è confermato squadra rognosa che non lascia fiato agli avversari. A lunghi tratti, tuttavia, ha dimostrato di saper tenere in mano il pallino del gioco, comandando letteralmente le operazioni nella metà campo dell'Inter. Tutto questo ha permesso al Torino di produrre diverse occasioni da gol che, come l'anno scorso, non si sono tramutate in reti. L'atteggiamento del Torino è stato anche applaudito da Simone Inzaghi che temeva a dovere l'avversario e ha dovuto sudare sette camicie per tornare alla vittoria.

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