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FOCUS

Torino, Pedersen sulla graticola: con il Milan un’altra prestazione discutibile

Alessandro Balbo
Un articolo focus su Pedersen, il difensore norvegese delude ancora per le prestazioni ed è in discussione come titolare

Nella vittoria del Torino sul Milan, Pedersen è stato sicuramente la nota dolente della serata. Oltre il goffo rigore creato, la prestazione generale del norvegese non ha convinto. Il difensore non è nuovo a prestazioni grigie e poco convincenti, ora Pedersen può scendere nelle gerarchie di Vanoli e da titolare potrebbe divenire un semplice rincalzo.

Contro il Milan l'ennesima disattenzione

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Partiamo dall'ultima gara di Serie A di Pedersen. L'evento principe, in negativo, è propio il rigore causato dal giocatore al 32' minuto. Cross in area di Jimenez che pesca Leao, il quale di testa colpisce il pallone che finisce sul braccio alto, altissimo, di Pedersen. Il terzino protesta per una presunta spinta ma il rigore è netto, e sicuramente il difensore granata poteva esser più composto nel movimento difensivo vista l'azione non troppo pericolosa. Dunque, un errore difensivo da matita rossa, il quale non viene redento dal giocatore. Infatti, la prestazione del granata è decisamente anonima: un solo tiro nello specchio parato da Maignan, un solo cross, nove palle perse e solo due recuperate. Per lui poca spinta in attacco e una fase difensiva da rivedere.

Tante le occasioni sprecate

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La cosa che più sorprende è che Pedersen di occasioni ne ha avute parecchie, 21 partite disputate in Serie A, di cui 13 da titolare, per un totale di 1133' minuti giocati. Per lui però zero gol e zero assist, otto tiri totali, di cui tre in porta, una media di un cross ogni 25 minuti e solo quattro contrasti vinti. Dunque, visti questi risultai, occasioni finite per Pedersen, che già contro il Bologna ha visto soffiarsi il posto da un più affidabile Walukiewicz, uscito poi per infortunio, ma già preferito al Norvegese. C'è anche Dembélé che scalpita, e che vuole un'altra occasione dopo l'espulsione ingenua di Firenze. Insomma, tocca a Vanoli definire le gerarchie della fascia destra in difesa.