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Torino: quel consapevole cambio di mentalità percepito dai giocatori stessi

L'approccio / Mihajlovic ha portato una diversa lettura ed interpretazione tattica, Baselli e Zappacosta confermano: "Adesso più cattiveria ed aggressività"

Federico Bosio

Il Torino sarà impegnato questo pomeriggio, di nuovo di fronte al pubblico amico, contro un avversario di livello e di certo ostico come la Lazio: c’è però estrema fiducia nell’ambiente granata che sembra aver accolto positivamente in maniera definitiva il cambio di rotta rispetto agli anni passati –per quanto riguarda l’approccio alle partite ed aver di conseguenza risposto positivamente all’appello del tecnico con una prevendita di oltre 21 mila biglietti. Il tecnico, Sinisa Mihajlovic: a questi identificativi corrisponde il cambio di mentalità di cui è stato protagonista il Torino e che tanto appassiona la piazza.

Quel che però è importante, fondamentale, è che si tratta di un cambio di mentalità percepito anche all’interno dello spogliatoio: sono gli stessi giocatori, chiaramente coloro che militavano all’ombra della Mole già nella passata stagione, ad aver respirato una nuova aria e ad essere consapevoli dei netti cambiamenti nella filosofia di gioco. Oltre a rispondere sul campo, i giocatori ne sono consapevoli. Non si tratta certo questa di una critica al passato ciclo tecnico e più genericamente a Ventura, come come non lo erano le dichiarazioni rilasciate da Daniele Baselli e Davide Zappacosta ieri pomeriggio in conferenza stampa, parole che tuttavia chiariscono ottimamente la percezione dello spogliatoio riguardo questo importante argomento.

“Il mister mi ha fatto capire che per giocare non bastano i piedi buoni, ma serve carisma e più cattiveria. Questo non serve solo a me, ma a tutta la squadra, cosa che negli anni scorsi magari ci mancava un po’” le parole del centrocampista, che ha sottolineato il concetto rimarcando ed utilizzando più volte la parola “cattiveria” intesa ovviamente nella concezione agonistica. Ancora Baselli: “L’anno scorso non mancava la cattiveria, ma per la tattica che usava il mister sembravamo tutti più timidi” Logico, immediato il paragone con l’anno scorso e con le differenti modalità di lettura e preparazione degli incontri, nella passata stagione più attendista ed elaborata mentre ora maggiormente portata al pressing offensivo ed alla verticalizzazione.

Concetto ribadito anche da Zappacosta: “L’aspetto caratteriale è importante, il mister lo ha fatto capire fin da subito e dall’anno scorso sono cambiate tante cose, se abbiamo tutta questa cattiveria e grinta il merito è suo” Un cambio di mentalità e di approccio alla partita che quindi non viene percepito solamente dall’esterno ed ‘imposto’ ai giocatori, ma introiettato e compreso dagli stessi, fatto consapevolmente proprio: un segnale importante da parte dei granata, un volto tutto nuovo per un Torino consapevole, aggressivo ed orgoglioso di esserlo.