Il nuovo Torino di Baroni
—Sul piano tecnico-tattico, da annotare il fatto che Baroni chiede molto spesso la verticalità. Prendere palla e giocare in avanti è il mantra. Necessario individuare fin da subito un’identità tattica precisa. Il modulo tattico di base, come noto, è il 4-2-3-1, spartito che la squadra già conosce avendolo adottato per sei mesi con Vanoli. Ma a livello di impianto di gioco, come è ovvio, si cambia. Il lavoro è improntato sulla creazione di corridoi utili a innescare gli esterni offensivi (e qui si attendono, come noto, sviluppi dal mercato: al momento vengono utilizzati Gineitis, Ciammaglichella e Cacciamani, ma nessuno di questi giocatori sarà protagonista in campionato in quel ruolo).
Sul piano della mentalità, Baroni chiede grande concentrazione e applicazione. Anche a questo serve l’intensità: in allenamento si deve andare forte per saper conoscere e gestire la fatica (e in questo concetto c’è invece una similitudine con quanto predicava Vanoli). “Ora siamo stanchi, è il momento più importante della partita – dice Baroni quando la partitella sta per finire -. E’ ora che bisogna usare la testa”. E poi, posata la palla, gli ultimi venti minuti di lavoro sono sulla parte fisica. Un’ora e mezza di lavoro e si corre alla fine, perché non bisogna mollare dal primo all’ultimo secondo.
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