Vanoli continua a chiedere mentalità ai suoi, da riscattare le prove con Napoli e Venezia
Paolo Vanoli al Toro sta dando tutto sé stesso. Arrivato in granata fiero di allenare un club con tanta storia alle spalle, si è adoperato subito per trovare la chiave con cui far girare la rosa. Ha conquistato i tifosi con la sua personalità, si è messo in discussione anche tatticamente cambiando veste a seconda delle esigenze e ha plasmato nel tempo una squadra che provasse ad assomigliargli il più possibile. Tra alti e bassi, la stagione del Torino si sta concludendo a metà classifica senza particolari ambizioni da qui alle ultime tre giornate. Resta però un obiettivo centrale nella mente di Vanoli: costruire mentalità.
Torino, dal mancamento al 4 maggio: gli ultimi giorni di Vanoli e la prima Superga
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La mentalità è un qualcosa che si lega alla storia. Gli ultimi giorni vissuti da Vanoli sono stati impregnati di storia granata, con il lungo avvicinamento al 4 maggio. La voglia di onorare il passato sul campo ha guidato le intenzioni del tecnico anche nella gara con il Venezia: "Deve essere una motivazione per noi ogni giorno. Non si deve pensare alla storia solo quando c’è il 4 maggio". Poi una partita non all'altezza e incolore contro i lagunari proprio nel giorno con ricordo dedicato agli Invincibili, con poca di quella mentalità che Vanoli aveva chiesto. Un primo tempo chiuso tra i fischi, l'arrabbiatura perché si doveva fare di più, lo spavento con il lieve mancamento prima del rigore di Vlasic e infine la ripresa. Domenica, Vanoli è salito regolarmente al colle di Superga per il primo 4 maggio da tecnico granata. Accolto dall'ovazione dei tifosi, è parso visibilmente emozionato e commosso nella giornata che più rappresenta la fede granata.