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Toro, a Lecce profumo d’Europa. Ma Ilic deve stare calmo

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Controcorrente di Gino Strippoli – Nel Salento  i granata vincono in una bella e dura battaglia

Gino Strippoli

Da tempo non si vedeva il Toro affrontare una vera battaglia maschia, ricca di scontri duri, da ambo le parti, contro un Lecce che nei primi dieci minuti sembrava aver la partita sotto controllo. La squadra di Baroni infatti ha subito attaccato molto alto, ai 30 metri, e con un baricentro cosi alto ha cercato di impedire ai granata di farli uscire palla l piede. Ma è stato, per l’appunto, un preambolo di quella primissima parte di gioco dove il giocatore di maggior qualità leccese, Strefezza, aveva messo in difficoltà Rodriguez. Lo svizzero granata gli prenderà poi le misure coadiuvato da un grintoso Buongiorno.

Una partita tutt’altro che semplice, anche perché il Lecce arrivava da due sconfitte consecutive, e si sa bene che quando il Toro si trova ad affrontare squadre in crisi è quasi prassi (scusate l’ironia) farle resuscitare. In questo caso i granata hanno invertito questa tendenza e sono andati a vincere meritatamente su un campo difficile per chiunque.

Finalmente si è visto un Toro giocare a memoria, con scambi perfetti, con i giocatori sempre pronti ad aiutarsi e soprattutto bravi nel sapere sempre cosa fare. Pochi i palloni persi dai granata ma soprattutto è piaciuta la concentrazione di tutti e la voglia di vincere messa per quasi tutta la partita.

Radonjic , figliol prodigo, è stato senza dubbio il migliore in campo insieme a Schuurs. Il serbo granata si è reso protagonista di accelerazioni e puntate sul suo marcatore Baschirotto, passandolo sempre in velocità, tant’è che poi i difensori leccesi si son dovuti prodigare a raddoppiare l’attaccante granata.

Il secondo gol è stato il capolavoro di Radonjic, in cui si è vista tutta la sua tecnica e velocità, e intelligenza nel guardare in area l’inserimento di  Sanabria che ha insaccato da vero centravanti con ottimo opportunismo. Per il numero 9 granata si tratta del suo record in serie A con questo settimo sigillo.

Che dire della prima rete granata? Che il Toro ha un piede sinistro come Miranchuk che magari  in partita non sarà un grande corridore ma sa mettere la palla dove vuole come pochi, ed il servizio per l’inserimento di Singo è da manuale del calcio. Il Lecce non ha avuto scampo anche perché la difesa granata è stata imperiosa con un Gravillon che è una piacevole scoperta, bravo a incollarsi all’esterno Gallo, senza  concedergli mai spazio, mentre Schuurs è sempre più una grande sicurezza per la retroguardia granata. L’olandese è il vero direttore della retroguardia granata, colui che ha le chiavi per chiudere la cassaforte  della propria area. Di Buongiorno abbiamo detto sopra, la sua grinta è quella che serve a vincere.

A centrocampo molto bene Linetty, sempre coriaceo su ogni avversario e su ogni pallone, un giocatore rivalorizzato da Juric ma soprattutto da se stesso. Ilic ha fatto giocate semplici, senza incidere più di tanto, da lui ci si aspetta molto di più, bisogna sicuramente dargli tutto il tempo di cui ha bisogno però il ragazzo deve calmarsi un po’. Nell’occasione  del fallo su Strefezza è inutile andare a istigare con parole l’avversario perché poi ne nascono baruffe pericolose che in quel momento proprio sono inutili e dannose  visto che la partita era incanalata nel modo giusto e fin lì comunque corretta.

L’entrata poi di Ricci ha portato il giusto dinamismo che sono l’ex empolese ha  nelle corde del centrocampo granata. Oggi come oggi il Toro non può prescindere dall’accoppiata Ricci Linetty.

Con al vittoria sul Lecce il Toro sente il profumo d’Europa a soli 5 punti dall’Atalanta. E’ un delizioso profumo che fa star bene. Ovviamente parlo di profumo, poi vedremo nel proseguo del campionato.

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