
Ma il Toro deve ricordarsi che si gioca sempre undici contro undici e che se si entra in campo con la giusta concentrazione la vittoria è sempre possibile visto che le qualità tecniche non mancano. Diciamo che a questo Toro, eccezion fatta per Belotti e qualche altro giocatore, manca la cattiveria agonistica, la rabbia di recuperare a tutti i costi, anche con entrate più che decise, la palla tra i piedi degli avversari. Inoltre ci vuole anche la grinta e la ferocia nell’attaccare gli spazi e quindi fare un pressing che possa mettere in difficoltà gli avversari, come detta il gioco di Mihajlovic.
Capitolo retroguardia: se si prendono tanti gol la colpa non è solo e sempre dei due centrali di difesa (sebbene sia Castan che Rossettini debbano migliorare e affinare l’ intesa tra loro e con i due esterni) ma anche del centrocampo che, nella fase difensiva, deve essere il primo scudo di Joe Hart. Zappacosta e Barreca hanno fin qui fatto bene sia in fase di proposizione del gioco sia quando si deve ripiegare in difesa ma devono comunque essere aiutati e sostenuti anche da Iago e da Ljajic. Falque fa questo lavoro molto bene mentre nella parte sinistra a sostenere Barreca c’è sempre Baselli e poche volte Ljajic. Ecco allora che il serbo deve, in questo senso, dare più sostanza al centrocampo anche per favorire gli inserimenti di Baselli che altrimenti si trova a fare per tutto il tempo l’incontrista senza riuscire a dare al Toro le qualità tecniche di cui è dotato.
Insomma a Napoli il Toro se la deve giocare con intelligenza ma anche con quel carattere e quella grinta che Sinisa Mihajlovic possiede e fa vedere quando dirige la sua squadra, i suoi ragazzi, dalla panchina e negli allenamenti.
© RIPRODUZIONE RISERVATA


/www.toronews.net/assets/uploads/202304/f6612146ff1ebd4d11d9b93bacb341f3.jpg)
/www.toronews.net/assets/uploads/202508/2152c6c126af25c35c27d73b09ee4301.jpg)