Nell’estate 1993 fu invece il turno di Enzo Francescoli, senza dubbio uno dei più grandi giocatori della storia dell’Uruguay. I suoi anni migliori li trascorse sicuramente in Argentina e in Francia, dove rubò gli occhi a un certo Zinedine Zidane, estasiato dalle sue giocate con la maglia del Marsiglia, tanto da chiamare suo figlio Enzo in suo onore. “Il Principe” Francescoli, prima di approdare in granata, mostrò la sua classe sui campi della Serie A già con la maglia del Cagliari. “Al Cagliari ho avuto belle soddisfazioni, ma non ho vinto niente. Adesso è arrivato il momento. Con Aguilera faremo anche divertire i tifosi. Non è tardi. Grazie a Dio sono integro e ho imparato a soffrire”, disse il giorno della sua presentazione. Ma la sua esperienza fu deludente, segnata da acciacchi fisici e da un ruolo più arretrato. Chiuse la stagione con 5 gol in 34 partite prima di tornare al River Plate.
Il flop José Franco
—A cavallo tra i due secoli si susseguirono altri tentativi: Rodrigo Lopez, Pablo Gaglianone e Gustavo Mendez. Ma fu il caso di José Franco Ramallo a fare più rumore: attaccante del Peñarol, pagato 14 miliardi di lire nel 2001. Esordì solo nel 2002 dopo complicazioni legali. In campo non mantenne le attese: 9 gol in 45 presenze complessive fino al 2005. 19 gettoni invece per Federico Magallanes, in granata dal 2002 al 2003.
L’era Cairo: Recoba e varie comparse
—Il primo uruguaiano dell’era Cairo fu Alvaro Recoba. Un colpo che nell’estate 2007 generò entusiasmo tra il pubblico granata. Ben 10.000 persone allo Stadio Olimpico: “Non avevo mai ricevuto una accoglienza così, nemmeno all’Inter”, disse l’uruguaiano. “È stata una corte durata più di un anno, ora ci siamo riusciti: il Chino è più di una ciliegina sulla torta”, rincarò la dose il presidente Cairo, ma le grandi aspettative si tradussero in un rendimento discontinuo e sole tre reti: una contro il Palermo e due alla Roma in Coppa Italia. Da quel momento vestirono il granata soltanto vere e proprie comparse: Juan Surraco, Guillermo Rodriguez, Gaston Silva, Pablo Caceres, Alvaro Gonzalez.
Ichazo, il precedente in porta
—Tra il 2015 e il 2019 il Torino ebbe già un portiere uruguaiano: Salvador Ichazo, che raccolse in tutto soltanto 11 presenze. È ricordato soprattutto per due episodi nei derby con la Juventus. Nel 2015, in un ottavo di Coppa Italia, incassò quattro reti oltre a un’entrata in scivolata non sanzionata di Simone Zaza, tra l’altro autore quella sera di una doppietta nonché futuro compagno del portiere in maglia granata. Tre anni dopo fu invece la volta di Cristiano Ronaldo, che dopo un rigore trasformato lo andò a provocare con una spallata. Prima di Israel, l’ultimo uruguaiano in granata è stato Diego Laxalt. Anonimo il suo passaggio sotto la Mole: per lui 19 presenze tra settembre 2019 e gennaio dell’anno seguente.
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