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Una retrocessione partita da lontano

Una retrocessione partita da lontano - immagine 1
di Guido De Luca
Redazione Toro News

Il nuovo Torino Footbal Club è retrocesso dopo un Torino-Empoli del 6 aprile del 2008. E’ quello che penso dalla sera di quella domenica funestata dalla sconfitta in casa con i toscani e nessuno mi convincerà del contrario. Al Toro bastava vincere la partita contro gli undici di Gigi Cagni che da poco era stato richiamato sulla panchina empolese. Il Torino arrivava da un’importantissima vittoria a Catania e con i 3 punti (sulla carta facili) poteva considerare chiusa la stagione con la tanto agognata permanenza nella massima serie. Non valsero a nulla le raccomandazioni di Walter Novellino prima della gara. Urlava negli spogliatoi che la partita sarebbe stata insidiosa, nonostante l’ultima posizione in classifica dell’Empoli; forse aveva urlato troppo e troppa tensione aveva trasferito ai giocatori. Invece di giocare sciolti e con l’entusiasmo di chi ha il traguardo a portata di mano, i granata scesero in campo contratti e, complice anche un po’ di sfortuna, videro sfumare due volte il gol del vantaggio sui legni della porta avversaria. Verso il volgere della gara, giunse il colpo di scena. Di Michele ha l’occasione per segnare di testa a tu per tu con il portiere. Colpisce come può il pallone che non entra in porta, ma si perde sul fondo. L’urlo di gioia dei tifosi rimane strozzato in gola. Non quello di rabbia. Pochi istanti più tardi, a due minuti dalla fine, nell’unica azione d’attacco di tutta la partita, Vannucchi segna il gol della vittoria empolese, scatenando lo psicodramma in casa granata. Ritorna in discussione la salvezza; Novellino, che probabilmente a fine anno sarebbe stato congedato per un nuovo allenatore scelto con tutta calma, viene messo alle strette. A Genova, contro il Genoa, si gioca la panchina. Il Toro naturalmente perde, Novellino viene esonerato tra gli sberleffi della tifoseria genoana che già dava segnali di poca solidarietà nei confronti dei nostri colori. Il presidente Cairo compie quello che poi si rivelerà uno degli errori determinanti per il futuro. Richiama in tutta fretta per la terza volta Gianni De Biasi ad allenare il Torino. De Biasi vince due partite con il Napoli e con il Livorno. Ottiene la salvezza, ma anche la conferma per l’anno successivo. E’ questa la chiave che porterà poi realmente alla retrocessione il Torino un anno più tardi. Di errori ce ne sono stati tanti sotto la gestione cairota, ma, nello specifico, il fatto di affidarsi nuovamente a Gianni De Biasi (non per la sua persona, ma per il fatto che aveva già dato il possibile alla causa granata) ha pregiudicato una svolta che si poteva dare ad una squadra che per tre anni era riuscita miracolosamente a salvarsi. Con De Biasi, il Torino dell’anno venturo non cambia atteggiamento in campo, lentamente va incontro a numerose sconfitte, molte anche per evidenti torti arbitrali, quando sarebbe servito un volto nuovo sulla panchina granata, diverso dal tecnico di Sarmede o da Novellino che poi, come nelle migliori barzellette, gli subentra a stagione 2008/2009 in corso senza sortire effetti. Riconosco sicuramente che il mio ragionamento è piuttosto cervellotico, ma senza quella sconfitta con l’Empoli, forse, il Torino non sarebbe incorso nell’anno a seguire in un’amara retrocessione, pur conscio che probabilmente sono stati tanti altri errori (tutti figli di una gestione societaria poco lungimirante) a portarci comunque in serie B.

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