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Ventura e Zenga: stili diversi, stessa gavetta

Torino-Sampdoria / Il tecnico granata ha affrontato tante sfide, tutte in Italia. Il collega doriano, invece, ha provato a farsi strada all'estero: negli Emirati Arabi Uniti

Federico Lanza

"Nemo proheta in patria? Chiedere a Giampiero Ventura, vecchio lupo di mare nato a Genova Cornigliano con la maglietta della Doria sulle spalle. E da Bogliasco, levante ligure genovese, iniziò la sua lunga, silenziosa ed umile scalata verso il calcio della Serie A. 

"A differenza del "collega" Walter Zenga, l'attuale tecnico del Torino non ha mai avuto una vera e propria formazione agonistica. Ventura inizò ad allenare ad appena 28 anni; dava indicazioni ai giovani del settore giovanile blucerchiato, prima di approdare come vice in prima squadra nel 1971. La gavetta fu tutta di stampo ligure: i campi di Rapallo, Albenga, Chiavari e Spezia gli insegnarono che l'umiltà viene prima di tutto, infondendo questo importante valore anche alle squadre che allenerà in futuro. Dal Giarre al Torino passando per il "Bari dei miracoli" e l'esperienza di Pisa, attraverso la quale si fece conoscere al grande pubblico per il gioco spumeggiante il 4-2-4, eretto a totem della sua sapienza linguistica. 

"Nessun è profeta è in patria, dicevamo. Perchè l'esperienza di Giampiero Ventura alla Sampdoria corrisponde - forse - a una delle più negative della sua carriera: stagione 1999/2000, quinto posto in Serie B. Troppo poco per l'ambiziosa società di Enrico Mantovani, figlio del compianto Paolo scomparso nel 1993.

Giampiero Ventura, allenatore del Torino dal 2011

"L'avversario Walter Zenga, invece, è al ritorno in Italia dopo un lungo soggiorno arabico tra Ryad, Dubai e Abu Dhabi. Da calciatore ha difeso i pali della Sampdoria dal 1994 al 1996 ma è a Milano, con l'Inter, ad aver ottenuto le soddisfazioni più grandi. Nel suo palmarés figurano uno Scudetto, una Supercoppa Italiana e due Coppa UEFA, in quel quinquennio d'oro per le squadre italiane in Europa. Altrettanto ricco, inoltre, il bottino come allenatore: un campionato rumeno, un campionato serbo-montenegrino (la scissione di Podgorica da Belgrado sarebbe arrivata solo nel 2008) e una Coppa di Serbia e Montenegro conquistati alla guida della Steaua di Bucarest e della Stella Rossa di Belgrado.

"Zenga ha voluto come suo vice un "sergente di ferro" di tutto rispetto: Gigi Cagni, che ha approfittato di una pausa dalla Serie A per prendere il brevetto di volo e studiare il calcio americano della MLS. I rapporti tra Zenga e Cagni, tuttavia, si sono ben presto logorati - nonostante la decennale amicizia - e il vice di Zenga, che aveva abbracciato con entusiasmo questa nuova avventura, ha preferito farsi da parte. Per il bene del legame con "l'uomo ragno" e per quello della Sampdoria stessa.

"Dopo la Caporetto in Europa League contro il modesto Vojvodina, la Sampdoria si è ripresa, e il terribile turno preliminare sembra ormai un vago ricordo. Attraverso un rapporto schietto e, talvolta, molto rudo, Zenga ha costruito una squadra a sua immagine e somiglianza. Grintosa e instancabile, come lo era il suo allenatore quando si trovava in mezzo ad una porta.

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