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Luiso: “Il Toro di Sora? Ecco perché…”

Matteo Curreri
Il soprannome nasce dalla sua esperienza in granata nel ’94

Pasquale Luiso è stato uno degli ultimi rappresentanti di una razza di attaccanti che oggi rischia di estinguersi: il bomber di provincia, capace di segnare a raffica e conquistare l'immaginario collettivo tra realtà e nostalgia. Nel corso della sua carriera ha cambiato ben 13 squadre, ma il legame più forte è stato senza dubbio con il Vicenza, dove ha realizzato 41 reti in 106 presenze.

Tra le tante tappe del suo viaggio calcistico, c'è stato anche un breve passaggio al Torino. Un’esperienza fugace ma significativa, da cui è nato il soprannome “Il Toro di Sora”, come ha raccontato lui stesso in un’intervista a Sky Sport:

“Molti pensavano fosse per il mio modo aggressivo di giocare. In realtà era molto più semplice: venivo da Sora e giocavo nel Toro. Il soprannome è nato così”.

Luiso, una breve parentesi in granata

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Luiso al Torino resta una meteora. Arrivato nell’estate del 1994, segna diversi gol nel precampionato sotto la guida di Rosario Rampanti. “Il mister mi chiede sempre di buttarla dentro e io faccio il possibile – diceva allora –. Rampanti è insoddisfatto? Lo renderò felice più avanti”. Ma Rampanti viene esonerato già l’11 settembre, e una settimana dopo Luiso fa il suo esordio in Serie A nella sfida casalinga contro il Padova. Gioca appena dieci minuti e da lì in poi non trova più spazio. Chiuderà l’esperienza granata con un solo gol, segnato in Coppa Italia contro il Monza. Guardando al presente, Luiso non nasconde un pizzico di rimpianto per ciò che poteva essere:


“Avrei potuto fare di più, magari arrivare in un grande club. Ma in quest’epoca, ci avrei giocato eccome. Senza presunzione. Anche con la sigaretta in bocca, pure!”.