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Rodriguez al veleno: “Da Vagnati a Juric: vi racconto la mia storia al Toro”

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L'ex giocatore granata ha parlato del suo passato al Torino
Eugenio Gammarino

L'ex giocatore del Torino Ricardo Rodriguez è tornato a parlare del suo passato in granata. Il difensore del Betis Siviglia ha rilasciato un'intervista a Calciomercato.com in cui ha parlato, tra le tante cose, del suo passato al Torino e del rapporto non facile con Vagnati: "Quando arrivo a Torino ritrovo Giampaolo, che avevo avuto al Milan. Anche stavolta prima gioco e poi sempre meno. La squadra non andava bene, la società mi diceva che io dovevo fare di più. Arriva Nicola e non gioco più, ricordo che in panchina c'era sempre il ds Vagnati diventato molto freddo con me. In tanti anni di carriera non avevo mai visto un dirigente in panchina, questa cosa non mi andava bene''.

Inoltre, l'ex giocatore granata ha parlato del suo grande rapporto con Ivan Juric e della decisione di vestire la fascia di capitano: "Appena arriva Juric gli dico che voglio andare via spiegandogli che non mandavo giù il fatto che un dirigente andasse in panchina. Lui mi disse 'Con me non succederà, fidati'. Mi sono fidato. Ha cambiato modulo ma ha trovato il modo di farmi giocare mettendomi braccetto, quell'anno sono rimasto al Torino solo per lui. E Vagnati in panchina non c'era più. Poi ho ereditato la fascia da capitano di Belotti. Non volevo farlo, se me l'avessero chiesto Cairo o Vagnati avrei detto di no. Ma siccome è stata una volontà di Juric allora ho accettato. Poi però per due anni di fila ho lasciato che fosse Buongiorno a leggere i nomi dei morti di Superga al mio posto perchè lui è cresciuto nel settore giovanile del Torino e conosceva il club molto meglio di me. Sapevo già allora che avrebbe avuto una grande carriera, e lo ha dimostrato con il suo modo di giocare".


Infine, Rodriguez ha parlato del suo unico gol in maglia granata realizzato proprio contro il Milan, sua ex squadra, e del perchè ha lasciato il Torino: “Contro il Milan ho segnato il mio unico gol in granata e ho anche esultato. Era l’ultima partita in casa, sapevo che Juric se ne sarebbe andato e che di conseguenza sarei andato via anch’io. Anche perché la società non ha fatto nulla per trattenermi a Torino, e così il mio contratto è scaduto. Non mi hanno nemmeno salutato, nonostante fossi stato capitano per due anni e avessi dato tutto per questo club. Una cosa del genere non mi era mai successa in tutta la mia carriera”.