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Serie A, stipendi tagliati del 25% in caso di B

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Dal 2 settembre, i nuovi contratti prevederanno una riduzione automatica della parte fissa dello stipendio in caso di retrocessione in cadetteria
Matteo Curreri

Il nuovo contratto collettivo firmato da Lega Serie A e Associazione Italiana Calciatori introduce una modifica sostanziale nei rapporti contrattuali tra club e calciatori: a partire dal 2 settembre, in caso di retrocessione in Serie B, gli stipendi dei tesserati subiranno una riduzione automatica del 25% sulla parte fissa della retribuzione, salvo diversi accordi individuali. Si tratta di un cambiamento significativo, frutto di un'intesa che segna una nuova fase nei rapporti tra società e sindacato dei calciatori, dopo anni di tensioni.

Più flessibilità per i club

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Da tempo i club invocavano una maggiore flessibilità contrattuale, non solo attraverso bonus legati al rendimento sportivo, ma anche con strumenti in grado di mitigare l’impatto economico di una retrocessione, in particolare per quanto riguarda il crollo dei ricavi da diritti televisivi. Tra le richieste più pressanti, l’introduzione di un meccanismo automatico che consentisse di contenere il monte ingaggi in caso di discesa in Serie B. Ora questa possibilità è diventata realtà, ed è stata inserita anche tra i temi discussi nei recenti lavori parlamentari sulla riforma del calcio italiano.


La nuova clausola

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L’articolo 5.2, comma 7, del contratto collettivo stabilisce che, in caso di retrocessione, la retribuzione fissa del calciatore venga ridotta automaticamente del 25%. Tuttavia, resta garantito il rispetto del minimo salariale previsto dal contratto collettivo di Serie A, variabile in base alla fascia d’età dell’atleta. La riduzione scatterà dalla stagione successiva alla retrocessione e resterà valida anche per gli anni successivi, fino a una nuova promozione in Serie A, che comporterà il ripristino della retribuzione originaria.

Spazio agli accordi individuali

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Nonostante l’introduzione del meccanismo automatico, l’accordo quadro lascia comunque margine di manovra alle parti: società e calciatore possono decidere di pattuire condizioni diverse nel contratto individuale. È possibile, ad esempio, stabilire stipendi differenti a seconda della categoria in cui milita il club o della partecipazione a competizioni internazionali.