"Non porto mai la squadra dentro un mio modello di calcio, ma cerco di fare in modo che ogni individuo si esalti tramite il modello di squadra". Per raccontare chi sia Marco Baroni potrebbe bastare questa frase in cui spiega la sua idea del ruolo dell'allenatore. Un discorso in cui spiegava l'importanza di mettere il giocatore nella condizioni di poter fare bene: "Non posso chiedere a un giocatore di fare qualcosa che non sa fare bene perché è funzionale al mio calcio. L’allenatore deve valorizzare il singolo, l’uomo ha la brama di essere apprezzato e i giocatori hanno bisogno di soluzioni, non di problemi. Quelli deve risolverli l’allenatore, al giocatore vanno proposte solo soluzioni".


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Torino, chi è Baroni? La carriera
—Nato a Firenze, Baroni da calciatore aveva esordito con la Fiorentina e poi ha iniziato il suo girovagare, che lo portò a essere protagonista nel Napoli di Maradona. Nella stagione dello Scudetto 1990 segnò due reti molto importanti, la prima era più simbolica (quella della rete numero 3000 in Serie A del Napoli), mentre la seconda è quella che ha regalato il titolo ai partenopei. Anni dopo, appesi gli scarpini al chiodo, si è buttato subito su una panchina e ha iniziato ad allenare. Anche qui - riassumendo le diverse avventure - ci sono state comunque tappe importanti per la sua formazione: dalla Primavera della Juve con cui ha vinto il Viareggio all'ultima esperienza con la Lazio dopo aver salvato Lecce e Verona. Con i biancocelesti, nonostante non abbia centrato l'Europa, ha comunque fatto vedere cose importanti. In ambito internazionale, per esempio, ha chiuso il girone unico dell'Europa League al primo posto in solitaria. Poi l'eliminazione ai rigori contro il Bodo Glimt è stata decisiva per un finale di stagione in calando, pur avendo di fatto deciso la corsa Scudetto a favore del Napoli pareggiando a San Siro contro l'Inter.
Torino, Baroni e il suo modo di lavorare
—Prima di firmare con la Lazio e dopo la salvezza incredibile con il Lecce nel 2023/24 di lui aveva parlato bene pubblicamente Sarri, dicendo che nella passata annata non solo aveva fatto bene Thiago Motta, ma che era da sottolineare proprio il lavoro di Baroni a Lecce. Complimenti meritati per un tecnico che non ha mai fatto exploit incredibili in carriera e non ha mai ricevuto grandi elogi, ma il suo lavoro l'ha sempre portato a casa. A tal proposito, in un'intervista ha raccontato del suo modo di approcciarsi alla quotidianità da allenatore che comincia tutti i giorni alle 5 del mattino: "Penso che a quell’ora si è più lucidi. Appena mi sveglio inizio a visionare documenti o filmati che preparo la sera prima. Tutto questo nelle due ore che precedono la mia colazione". Stakanovista, perfezionista, ma sempre mettendo in prima fila il giocatore e non l'allenatore.
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