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Simeone scaccia Sanabria… Ma Adams? Ecco come cambia l’attacco del Torino

Davide Bonsignore Redattore 
Nuovo innesto offensivo per Baroni che adesso deve ridisegnare il reparto

Simeone arriva al Torino ma qualcosa preoccupa i tifosi... Sì perché dopo le visite di questa mattina - giovedì 7 agosto - è attesa per la firma e l'ufficialità: allora Giovanni Simeone sarà un nuovo giocatore granata, pronto a mettersi a disposizione di Marco Baroni. L'argentino sarà il nuovo innesto offensivo che i tifosi del Toro tanto chiedevano e che andrà ad aggiungersi in un reparto che, adesso, è da ridisegnare, ristabilendo ruoli e gerarchie. Ci sono alcune incognite a riguardo: chi sarà effettivamente del Torino per la prossima stagione? E qui arriviamo alla preoccupazione dei tifosi... Chi è duttile e in grado di ricoprire più posizioni? Come starà Duvan Zapata? E in conclusione: su chi puntare per l'11 titolare?

Sanabria in partenza...ma Adams?

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Andiamo per gradi e proviamo a rispondere in ordine ai vari interrogativi. Va da subito ricordato che l'arrivo di Giovanni Simeone occupa lo slot fino a questo momento occupato da Tonny Sanabria. Senza sorprese, dunque, il paraguayano è ancora più fortemente nella lista trasferimenti, attenzionato da vari club italiani (fra cui la Cremonese) e anche spagnoli. La paura dei tifosi, però, è che l'arrivo dell'argentino possa anticipare non tanto la partenza di Sanabria quanto quella di Adams. Ecco, questo non è tra i piani del Torino. Nonostante le parole - risalenti ormai a quasi un anno fa - del direttore tecnico Vagnati facciano mal pensare, il club granata non ha nessuna intenzione di cedere lo scozzese. Al contrario del paraguayano. Proprio queste due figure, per altro, ci permettono di rispondere alla seconda domanda. In quanto a duttilità, salta subito all'occhio come in questa preparazione estiva Marco Baroni abbia spesso impiegato Tonny Sanabria come trequartista centrale, dietro l'unica punta. Il paraguayano ha le qualità tecniche per giocare in quella posizione, eppure, come detto, rimane in uscita. Chi, invece, non è in uscita e ha già dato - in conferenza stampa - il proprio consenso per giocare lì è Ché Adams. Lo scozzese nella scorsa stagione ha dimostrato di fare fatica a reggere da solo il peso dell'attacco e comunque ha la tendenza ad abbassarsi, giocare con la squadra e spostarsi su varie zone del campo. Tutte caratteristiche che fanno di lui un profilo adeguato per ricoprire il ruolo del numero 10, che al momento è esclusiva di Vlasic.

Come coniugare Simeone e Zapata?

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Veniamo a Simeone: il classe '95 arriva al Torino per fare la punta. Non quella titolare, però, perché l'obiettivo dei granata è avere in quella posizione Duvan Zapata. Va considerato che il colombiano ha 34 anni (è un classe '91) e rientra - sta progressivamente aggregandosi in gruppo: finora solo sprazzi di partitelle - da un triplo infortunio al ginocchio che l'ha tenuto fuori dai giochi da ottobre 2024. In primis, non è affatto scontato prevedere le reali condizioni in cui tornerà. In secundis, va anche considerato che, se dovesse tornare in forma, non avrebbe comunque le forze per fare da titolare per tutta la stagione. Ecco quindi che si inserisce Giovanni Simeone, un profilo in grado di lavorare senza lamentele e anzi di dare il massimo (motivo per il quale è stato molto apprezzato dai tifosi) anche giocando poco - come ha dimostrato a Napoli - ma anche di saper segnare (e anche molto) se messo in condizione di giocare con continuità, come ha dimostrato a Verona.

Come giocherà il Torino di Baroni?

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In conclusione, l'arrivo di Simeone apre ad una partenza e due ballottaggi. La partenza - probabile e desiderata dal Torino - è quella di Sanabria. I ballottaggi sono i due analizzati, in attacco e sulla trequarti. Come punta centrale, se sta bene, il titolare è Duvan, con un peso specifico e un carisma senza paragoni, in grado di reggere anche più dell'attacco da solo e con la fascia da capitano al braccio. Simeone è comunque un valido profilo su cui potersi appoggiare: con i due sudamericani, Baroni è in buone mani per la fase di finalizzazione. Il capitolo trequarti è più complesso: Vlasic ha dimostrato che, se in forma e se nella posizione giusta (il trequartista centrale, per l'appunto), è difficile da sostituire. Il croato è in grado di intervenire in fase difensiva, gestire il possesso, iniziare l'azione o concluderla. Un vero numero 10. Dall'altra parte Adams, nonostante tutte le difficoltà della sua prima stagione in Italia, tra l'ambientamento alla Serie A e la mancanza del suo compagno di reparto, ha fatto vedere ottime cose e soprattutto si è fatto apprezzare tantissimo dai tifosi, per grinta e qualità. Da trequartista non ha mai giocato, ma ha fatto vedere di avere le caratteristiche per farlo. A maggior ragione se lo si confronta con la fase offensiva che Baroni aveva costruito alla Lazio, con Dia ad agire dietro Castellanos ma in realtà con ruoli a volte più da punta dell'argentino stesso. Una sorta di ibrido tra trequartista e punta, ruolo che forse, sulla carta, è quello perfetto per Adams. Chissà che non possa vincerlo lo scozzese il duello con Vlasic...