Negli ultimi vent'anni in particolare si è ampliato lo scollamento tra il passato ed il presente e difatti, soprattutto per demerito di questa società che ha progressivamente tagliato i ponti con tutti gli elementi che erano in grado di trasmettere il senso di appartenenza tipico della maglia granata, i calciatori attuali non sono così "calati" nella storia di questo club. E dico questo con grande tristezza e rammarico soprattutto perché mi spiace per Vanoli che, invece, sin dal primo giorno di insediamento sulla panchina granata ha subito rimarcato ed insistito sull'importanza dei valori tipici della storia del Torino e, più di tanti altri, pur non avendo un passato in granata, ha dimostrato un rispetto totale per la storia di questo club e per ciò che da sempre rappresenta per i suoi tifosi. Il primo tempo di venerdì sera è uno schiaffo a Vanoli stesso da parte dei suoi giocatori. Chi era in campo ha fatto esattamente l'opposto di quanto il mister aveva dichiarato non solo nelle ultime conferenze stampa, ma in generale durante tutta la stagione. L'impegno, il rispetto per i tifosi e per la maglia non dovrebbero mai mancare, a maggior ragione a due giorni dal 4 maggio quando la gente si aspetta qualcosa di più da chi scende in campo. Il calcio è un gioco di squadra e quando si gioca male la colpa va divisa per undici. Mi sento però di dire, parlando di singoli, che se, ad esempio, Casadei è il giocatore abulico visto contro il Venezia questo ci deve fare riflettere per molti motivi: in primis perché si parla di lui come di un'eterna promessa ma, ad oggi, in tutta la sua breve carriera non ha ancora dimostrato nulla.
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In secondo luogo perché se questo è il giocatore su cui poggiare il Torino del futuro, se fossi nel direttore sportivo ci penserei dieci volte prima di vendere Ricci... Infine l'ex Inter e Chelsea mi sembra il classico giocatore moderno a cui interessa principalmente della propria immagine e della propria carriera: non c'è interesse a "sentire" la maglia che indossa, non c'è passione nel giocare per un club storico come il Torino e allenarsi in un impianto leggendario come il Filadelfia. È questa quindi la strada che vogliamo seguire? Giovani rampanti che usano il Torino per arrampicarsi (o in alcuni casi ritornare) nel calcio che conta o ragazzi cresciuti a pane e Toro che conoscano la magia della maglia granata? La domanda è puramente retorica per chi come noi tifosi ama da sempre il colore più bello che c'è, ma possiamo dire lo stesso di chi gestisce la società? Lo scollamento tra il passato, e i valori di cui esso era pregno, ed il presente continua ad accentuarsi e cosa si fa per frenare ed invertire questa tendenza? Nulla. Non ci si stupisca allora che sia stata organizzita la marcia del 4 maggio quale testimonianza in questo senso del popolo granata che non vuole più accettare silenziosamente che tutto ciò accada ineluttabilmente sotto i propri occhi. Vanoli è solo, perché pare l'unico a cui interessa questo argomento all'interno del Torino FC: è così che onoriamo il Grande Torino? È così che onoriamo la nostra storia?
Da tempo opinionista di Toro News, do voce al tifoso della porta accanto che c’è in ognuno di noi. Laureato in Economia, scrivere è sempre stata la mia passione anche se non è mai diventato il mio lavoro. Tifoso del Toro fino al midollo, ottimista ad oltranza, nella vita meglio un tackle di un colpo di tacco. Motto: non è finita finché non è finita.
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