Il derby ci ha anche detto un’altra cosa importante: i Barreca e i Belotti sono il presente ed il futuro di questo Toro. Giovani, italiani e motivati possono trasformare una squadra buona in una squadra ottima mettendo in campo quel surplus motivazionale che nessun transfermarkt potrà mai calcolare nella valutazione economica dei giocatori. Barreca è un ragazzo del vivaio, quelli che una volta si chiamavano del Filadelfia e che un domani torneremo a chiamare così. Non ha sbagliato sul gol di Higuain, semplicemente perché era nella posizione giusta ed ha fatto tutto quello che doveva e poteva per contrastare l’attaccante argentino. Non è colpa sua se i centrali difensivi erano fuori posto e, non solo non hanno marcato Higuain come gli era richiesto, ma alla peggio non sono neanche riusciti a raddoppiare sullo sforzo difensivo di chi ci stava mettendo una pezza. Il terzino sinistro cresciuto nelle giovanili ha giocato il suo primo derby “dei grandi” e lo ha fatto giocandolo con la stessa grinta e sicurezza con cui aveva affrontato quelli delle varie categorie giovanili. Quanto è importante sapere cos’è un derby e quanto conta? Tantissimo. E Barreca l’ha dimostrato affrontando un giocatore forte come Cuadrado alla pari, senza subirlo davvero mai. Belotti invece, oltre a segnare il suo secondo gol in un derby e a rappresentare ciò che il tifoso vorrebbe dai suoi beniamini di granata vestiti, è stato l’emblema di un Toro che non si sente inferiore. Men che meno della Juve. Più Barreca (cioè con un imprinting granata) e più Belotti (cioè giocatori che per caratteristiche hanno quel dna anche se al Toro non ci sono cresciuti) renderebbero i derby, ed i campionati più in generale, lo specchio delle aspettative dei suoi tifosi. Ecco perché i Barreca e i Belotti devono essere il presente, e a maggior ragione, il futuro del Torino. I Ljajic o gli Iago Falque possono e devono arricchire il roster, ma possono andare e venire se la base di squadra e società resta quella che si può costruire con i Barreca e i Belotti. E con i mister alla Mihajlovic in panchina. Menzione d’onore anche per lui. Ha sbagliato i tempi e i modi dei cambi? Può essere, vero. Ma il messaggio che trasmette dal primo giorno è sempre lo stesso: mentalità, mentalità, mentalità. Ormai l’hanno capito anche i sassi che l’allenatore serbo non si accontenta dell’uovo oggi se può avere la gallina domani. O l’uovo e la gallina sia oggi che domani. Il pari nel derby sarebbe stato un ottimo risultato, ma lui lo ha barattato con una lezione di mentalità: se c’è uno spiraglio per vincere la partita, perché non provarci? Lui semina oggi. Se raccoglie oggi ancora meglio, se no raccoglie domani. Lo dico in tempi non sospetti: non mi stupirei se al ritorno vincessimo allo Stadium…
I risultati sono importanti, a maggior ragione in un derby. Ma se rimanessimo ancorati alla logica del risultato saremmo come quelli là. Il tifoso del Toro, per fortuna, sa ancora discernere. Il derby ha lasciato sensazioni positive: le soddisfazioni sono dietro l’angolo…
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