Ma che spirito sportivo c'è dietro una competizione in cui i più deboli sulla carta giocano ogni turno in gara secca in casa dei più forti? Almeno in Inghilterra c'è il replay a campi invertiti in caso di pareggio. E che senso ha che i più forti entrino in gioco solo dagli ottavi di finale? O che senso ha che ogni turno sia in gara secca mentre solo la semifinale con andata e ritorno? Può una squadra giocare appena 5 partite e vincere un trofeo? Ma neanche ai Mondiali o agli Europei si può arrivare fino in fondo giocando così poche partite! Tagliando indiscriminatamente le partite della Coppa Italia e sacrificandola sull'altare dell'affollamento dei calendari, come ci vogliono far credere, non si è fatto altro che servire su un piatto d'argento alle grandi la possibilità di lottare per qualcosa nel caso in cui campionato e coppe europee si mettano male. E spiace, al di là di tutto, vedere come anche il Toro, che non si arrese ai poteri forti che lo volevano sconfitto in quella famosa finale di Roma, abbia rinunciato a “dare fastidio” uscendo ingloriosamente ormai da due decenni nei primi turni della competizione. Un club che l'ha vinta cinque volte e vanta il granatissimo record di finali perse (8!) dovrebbe onorare al meglio questa competizione e non trattarla come un fastidio o un impegno che distoglie l'attenzione da altri obbiettivi (spesso peraltro comunque mancati....).
Non chiedo di tornare bambino, né la riesumazione della Coppa delle Coppe, ma che bello sarebbe rigiocare una finale, anche a costo di rimpolpare lo sfortunato record? Sarà per il prossimo anno?Alessandro Costantino (Twitter @AleCostantino74)
(foto Dreosti)
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