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Lo stiramento inguinale di Junior fa sì che la pattuglia del Filadelfia si rafforzi a inizio ripresa con l’innesto di Diego Fuser per il brasiliano che, all’esordio in serie A, si presenta strappando il pallone a Michel Platini. Lo stesso numero dieci francese, con una rasoiata dalla distanza, costringe Copparoni a distendersi e a salvare in corner, ma la rete bianconera è rinviata di poco. Vignola, che nel primo tempo ha rilevato l’infortunato Pioli, batte una punizione dalla sinistra sulla linea di fondo, Brio irrompe di testa e per la difesa granata non c’è scampo. Manca poco più di un’ora alla fine e il Toro deve ingoiare l’ennesimo boccone amaro del periodo e provare a ritrovare le forze per raddrizzare la situazione.
Poco dopo la metà del secondo tempo il derby si colora di rosso. Rosso è infatti il sangue che perde Copparoni dal capo dopo uno scontro fortuito con Serena e le immagini restano impressionanti anche quando le guardi sapendo che tutto è finito bene. Il “Coppa” è stato ferito al cuoio capelluto e se la caverà con un buon numero di punti di sutura, mentre il centravanti bianconero, colpito da ingenerosi fischi per l’accaduto, è sotto shock e di fatto esce dalla partita, incredulo sull’aver causato una ferita simile all’ex compagno dato che indossava scarpe con tacchetti di gomma. In serata l’ex granata andrà a trovare il portiere che lo scagionerà completamente (“Scontro fortuito, Serena non ha colpe, ditemi soltanto come ha pareggiato il Toro, come ha segnato Cravero”. Ci arriviamo, Renato. Un attimo e ci arriviamo).
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Il Toro si ribella rabbiosamente all’ulteriore colpo subito dalla sorte e si riversa in avanti con tutti gli effettivi spingendo in maniera esaltante. Ci prova Corradini, che reclama anche un rigore, ci prova due volte Comi, ci prova anche Dossena con una splendida soluzione a spiovere su cui Tacconi si salva con affanno poi, a 4’ dalla fine, sotto una Maratona ruggente ecco che si materializza “il derby di Cravero” dopo un’azione che parte da Venaria, prosegue a Carmagnola (o meglio, a Villastellone) poi torna da Venaria. Di Venaria è chi avvia e chi conclude il tutto (Fuser e Cravero), di Carmagnola, come luogo di nascita, e Villastellone come comune in cui è cresciuto è chi la rifinisce, cioè Gigi Lentini.
Fuser parte in percussione, salta un avversario che prova a fermarlo in scivolata al vertice destro dell’area e poi perde un rimpallo, ma solo apparentemente visto che la palla finisce a Lentini. Gigi sembra rallentare, caracolla verso il fondo e fa partire una parabola arcuata, insidiosa, ma non altissima. Sebbene contesto e tipo di cross siano diversi (teso da sinistra quello di Graziani, morbido da destra quello del numero undici di giornata) la distanza del pallone dal suolo non è così diversa da quella che Pulici, in tuffo, impattò il giorno dello scudetto del 76. Cravero sicuramente non ci ha pensato, ma il suo dna granata l’ha fatto per lui e, benché quasi affossato da Bonini, si butta per deviare la sfera e ne esce un proiettile che termina sotto la traversa.
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La Maratona esplode. Il viso di Cravero è, nei primi momenti del festeggiamento, stravolto dall’energia, con la bocca che disegna l’urlo più bello se hai appena segnato “GOOOOL”. Alcuni tifosi in campo cercano di abbracciarlo, ma non contengono la sua gioiosa furia che si placa quando arriva Antonio Sabato che lo cinge felice prima che arrivino i compagni. Il numero quattro va verso Radice che lo attende a braccia alzate come liberato da un peso. La faccia di Cravero, dopo l’abbraccio del Mister, è pura gioia, serenità. Gli ultimi metri verso il centrocampo sono a braccia alzate, sorridente. Sembra un ciclista che ha appena vinto una tappa in volata, ma i ciclisti non indossano la maglia più bella del mondo che, a fine partita, volerà in Maratona “tra un muro di facce felici e di braccia levate al cielo” come scriverà La Stampa. “I Boys del Toro fermano la Juve” titola il giornale torinese, “Il fuoco granata manda in cottura la Juventus” risponde il Corriere della Sera. In un pomeriggio in cui i ragazzi del Fila hanno dimostrato ancora una volta cosa sono capaci di fare per il Toro è giusto che il sigillo l’abbia messo uno dei più granata di sempre.
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