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Il Toro continua a premere: Cauet va come un treno, triangola con lo scatenato Ferrante e prova a calciare, ma la conclusione colpisce un difensore prima di impennarsi diventando occasione ghiotta per Lucarelli che anticipa di testa Mazzantini, ma non inquadra il bersaglio. La squadra di Cosmi si scuote e si distende in attacco: Milanese crossa da sinistra per Giovanni Tedesco, specialista negli inserimenti in area. Il piccolo centrocampista schiaccia di testa verso la porta e Bucci risponde con qualcosa che va molto vicino al miracolo: tuffo all’angolino basso per respingere e poi bloccare definitivamente il pallone. Pochi istanti dopo Baiocco offre una gran palla a Vryzas che, tutto solo, si allunga per calciare, ma Bucci, uscito con tempismo, ci mette un piede prima di fermare la sfera.
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Al 26’ Lucarelli, spalle alla porta, conquista un calcio di punizione proprio sulla lunetta. Marco Ferrante si porta sul pallone e la mente va alla partita disperata contro la Reggina quando un suo calcio piazzato da posizione analoga regalò una speranza di salvezza frustrata sette giorni dopo a Lecce. Allora fu un’esecuzione capolavoro: un passo di rincorsa, destro morbido che bacia il palo e si infila dalla parte opposta con Taibi pietrificato. Marco si ripete: praticamente senza rincorsa accarezza la palla che scavalca la barriera e muore sotto l’incrocio dei pali. Mazzantini si tuffa, forse con un pizzico di ritardo, ma quello è uno di quei palloni imprendibili anche se si parte in maniera perfetta. Ferrante si fa tutto il campo per andare verso la Maratona a festeggiare la prosecuzione della sua marcia verso il centesimo sigillo in granata (la sua maglia 94 rappresenta il conteggio aggiornato a inizio stagione). Camolese ora non ha più le mani nei capelli, ma festeggia sorridendo a denti stretti.
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Verso fine primo tempo il Toro avrebbe l’occasione per il raddoppio con lo scatenato Cauet bravissimo a servire un filtrante per Marco Ferrante che di sinistro, con poco angolo, si vede la conclusione respinta col piede da Mazzantini. La palla arriva a Lucarelli che, in mezzo all’area e con la porta spalancata, apre il piattone e non sa nemmeno lui come non sia riuscito a gonfiare la rete. I tifosi granata rimangono attoniti a braccia alzate mentre guardano la sfera finire lontanissima dai pali.
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Se il primo tempo è stato sin troppo foriero di occasioni rispetto alle attese, la ripresa è più in linea con quanto ci si aspettava alla vigilia vista la posta in palio. Il Toro serra i ranghi, non pensa a niente se non a portare a casa il successo e a sfruttare il minimo errore umbro per ripartire. Gli ospiti non riescono a costruire occasioni pulite e reclamano un rigore con Vryzas, ma l’occasione per il 2-0 è granata con Osmanovsky, subentrato a Ferrante salutato dall’ennesima ovazione, che scatta a sinistra, converge poi sceglie la conclusione invece di servire il meglio piazzato Lucarelli: Mazzantini para.
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Si va verso il finale e mi rivedo in Maratona, mi sembra di essere ancora lì in apnea con tutti i compagni di tifo che guardano il cronometro, l’arbitro, il tabellone, tutto. Guardano soprattutto l’area più lontana dove sta per essere scodellata una punizione in area. C’è anche Mazzantini, Bucci esce per anticiparlo. Mazzantini torna in porta, poi si rifà sotto su un corner e noi siamo fluttuanti fra la paura della beffa e la voglia che qualcuno recuperi palla e s’involi verso la porta sguarnita per chiuderla. Potrebbe succedere la seconda con Asta che ha butta in campo l’ultima dose di energia per fuggire in avanti steso da Baiocco. Il boato è un misto di indignazione per il fallo e la mancata espulsione del perugino (braccio teso al collo degno di un ring di wrestling) e gioia per i secondi che potremo guadagnare e che ci avvicineranno ancora di più alla vittoria. De Santis di lì a poco fischierà la fine accolta con un boato dal “Delle Alpi”. Giancarlo Camolese ha vinto la sua prima partita in serie A, forse la più difficile. Il tecnico è riuscito a tenere fredda la testa dei suoi dopo l’hangover del derby del 3-3. Adesso il nostro campionato può cominciare davvero.
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Classe 1979, tifoso del Toro dal 1985 grazie a Junior (o meglio, a una sua figurina). Il primo ricordo un gol di Pusceddu a San Siro, la prima incazzatura l'eliminazione col Tirol, nutro un culto laico per Policano, Lentini e...Marinelli. A volte penso alla traversa di Sordo e capisco che non mi è ancora passata.
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