Contro la Roma Bacci è assente e Frossi schiera il seguente undici: Rigamonti, Grava, Cuscela, Bearzot, Grosso, Moltrasio, Antoniotti, Buhtz, Cazzaniga, Sentimenti III e Bertoloni. Non sono passati nemmeno venti secondi dal fischio d’inizio di Bernardi di Bologna che i tifosi del Toro presenti percepiscono la temperatura gelida abbassarsi ulteriormente: Dino Da Costa penetra come una lama nel burro nella difesa avversaria, evita l’uscita del portiere e porta in vantaggio i giallorossi. Non c’è tempo per rimpiangere il calore familiare per i tifosi granata perché i padroni di casa si mettono ad attaccare in modo furente e solo l’eccesso di foga, e un rigore clamorosamente negato per un fallo su Bertoloni, negano il pareggio.
La nebbia si fa sempre più presente mettendo a repentaglio il proseguimento della gara, ma il Toro non se ne cura e continua ad attaccare con maggior efficacia rispetto alla prima frazione. Al 49’ arriva il pareggio con lo splendido Moltrasio (parole del Corriere della Sera) che serve Bertoloni il quale appoggia a Buhtz. Stangata di prammatica e 1-1. I padroni di casa non si fermano e il portiere romanista Panetti vede sbucare improvvisamente i palloni dalla nebbia, ma riesce a salvarsi con efficacia. Gli attaccanti di Frossi si fanno sorprendere spesso con le mani nei capelli dopo le occasioni fallite e la più grossa arriva a una ventina di minuti dalla fine quando il “finto centravanti” Cazzaniga va dal dischetto per battere un calcio di rigore. Il suo rasoterra passa dalla parte sbagliata del palo e si resta sul risultato di parità. Non importa, in barba al difensivismo frossiano il Toro continua l’assalto e l’ennesima bordata di Buhtz viene respinta con difficoltà da Panetti. La sfera schizza verso sinistra e l’accorrente Bertoloni può insaccarla nella porta sguarnita per il 2-1 finale. La Roma di Ghiggia e Nyers è battuta e il Toro resiste al secondo posto a fianco del Vicenza. I tifosi che “sfidando il freddo e le lamentele familiari” (parole di Vittorio Pozzo su “Il calcio illustrato”) accorsi al Fila possono essere soddisfatti per il miglior regalo di Natale di quel giorno.
Si giocherà anche a Capodanno e anche in quel caso Bearzot e compagni vinceranno 2-1 in casa della Spal con le reti di Sentimenti III e Cazzaniga, tanto per rimanere in tema di Toro che addolcisce e non rovina le feste. Il rendimento peggiorerà nella seconda fase della stagione e la formazione torinese chiuderà nel gruppo delle none (formalmente undicesima) alla pari di Spal, Vicenza, Genoa e di una deludente Juventus. Ma in quel pomeriggio di Natale 1955 i sostenitori granata non lo sanno ancora. Stanno tornando a casa intirizziti ma felici, sognando una stufa con cui scaldarsi mentre ripensano al Toro che ha battuto una grande squadra sul suolo sacro del Filadelfia.
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