Paolo Vanoli, di fatto, non è più l’allenatore del Torino. L’esonero sta arrivando dopo una sola stagione, chiusa con un undicesimo posto in classifica. Una decisione netta, forse inevitabile. Ma ciò che fa più rumore non è tanto la scelta tecnica, quanto le parole pronunciate da Urbano Cairo prima dell’addio. In particolare, una frase mi ha colpito: "Il troppo invocare la storia serve a poco. Quello che conta è il lavoro sul campo e contano i risultati, altrimenti si allenano i tifosi e non i giocatori". Parole che suonano più come una sentenza sull’intero mondo granata che come una critica all’allenatore. E allora, se davvero “si allenano i tifosi”, la domanda diventa inevitabile: Chi si prende cura del popolo granata?


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“Così si allenano i tifosi”: Vanoli verso l’esonero. Ma chi si prende cura del popolo granata?
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Perché il Toro non è solo una squadra. È un’identità. Una comunità. Una storia fatta di passione e ferite, che non può essere archiviata con una battuta, felice o infelice che sia. Nel suo breve percorso, Vanoli ha provato a dare voce a quella storia. Ha evocato il Grande Torino, ha cercato di ricucire il legame con una tifoseria spesso messa da parte. Ha parlato con il cuore. Forse ha sbagliato tatticamente, forse ha commesso errori sul campo. Ma almeno ha provato a costruire un senso. E no, Presidente. Una cosa è certa: non ha allenato i tifosi.
Forse ha provato a prenderli per mano. Ora, però, quel capitolo è chiuso. Lei ha deciso di voltare pagina. E non ci sono più alibi: dopo quasi vent’anni, la responsabilità è tutta sua. Il futuro tecnico del Toro non può essere l’ennesimo nome anonimo, il solito traghettatore buono solo per restare a galla. Servono visione. Coraggio. Identità. Non bastano più promesse o slogan: servono scelte all’altezza della storia che si rappresenta.
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Se davvero vuole rilanciare il Torino, porti un allenatore come Maurizio Sarri. Un uomo che, pur non avendo mai indossato il granata, ha sempre onorato la memoria del Grande Torino. Quello sarebbe un segnale forte. Quello vorrebbe dire ascoltare. Ma se invece arriverà l’ennesima figura di passaggio, capiremo che nulla è cambiato. Che la storia continuerà a essere considerata un fastidio, e che i tifosi, ancora una volta, saranno lasciati soli. Presidente, la decisione l’ha presa. Ora dimostri di essere all’altezza. E non dica più che siamo noi i “troppo allenati”. Perché i tifosi del Toro non si allenano. Resistono. Da sempre.
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Sono business partner di uno dei principali player internazionali nella formazione aziendale dove promuovo il cambiamento e il miglioramento delle prestazioni individuali e di squadra all’interno delle organizzazioni. Lo sviluppo delle competenze, la ricerca dell’empatia e la comprensione delle persone mi portano a vivere la vita e l’innovazione come fattori positivi e distintivi delle relazioni.
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