Toro News
I migliori video scelti dal nostro canale

tor columnist cuoregranata Perché scegliere e investire nel Toro è una decisione etica e sostenibile

#CuoreGranata

Perché scegliere e investire nel Toro è una decisione etica e sostenibile

Perché scegliere e investire nel Toro è una decisione etica e sostenibile - immagine 1
Nuovo episodio di "#CuoreGranata", la rubrica su Toro News di Andrea Arena: "Il Torino si distingue per una visione dello sport centrata sulle persone, sull’inclusione e sul rispetto..."
Andrea Arena Columnist 

Nel mondo del calcio contemporaneo, ogni scelta comunicativa o commerciale riflette un’identità. Oggi più che mai, investitori e sponsor non si limitano a guardare i risultati sportivi: cercano coerenza, responsabilità e impatto sociale positivo. In questo contesto, il Toro rappresenta un’alternativa autentica e sostenibile. È molto più di un club: è un presidio etico, un simbolo radicato nella comunità e portatore di valori che resistono alle mode e agli interessi di breve termine. Il Torino si distingue per una visione dello sport centrata sulle persone, sull’inclusione e sul rispetto. La sua storia e il suo presente parlano di partecipazione, memoria e coerenza. In un panorama calcistico spesso dominato dalla spettacolarizzazione e dalle operazioni d’immagine, il Toro rappresenta una narrazione differente: genuina, trasparente, vicina alla gente. Una differenza sostanziale, soprattutto se si considera quanto accaduto in altri ambienti calcistici, dove si è verificato un cortocircuito drammatico tra branding aziendale e responsabilità sociale. Alcuni club, pur dichiarando di sostenere l’inclusione, si sono esposti pubblicamente con figure divisive, ignorando il contesto e le sensibilità globali.

Nel caso della Juventus, ad esempio, l'incontro con il presidente Donald Trump è stato vissuto da molti come un episodio di “sportwashing”, con pesanti ricadute sulla percezione pubblica e persino sull’identità del club stesso e anche tra i tifosi, non pochi hanno parlato di “tradimento”. Il Torino è l’opposto di tutto questo. Qui, i valori non si proclamano: si vivono. L’inclusione, il rispetto, la memoria e l’integrità sono parte del DNA granata. Non esistono cortine fumogene né strategie di facciata: c’è una comunità autentica che sostiene il club ogni giorno, in casa e nel mondo. Sponsorizzare il Torino significa entrare in relazione con una tifoseria fedele, appassionata e consapevole. Significa dialogare con una comunità che sa riconoscere e valorizzare i gesti sinceri. Il ritorno d’immagine non si misura solo in visibilità, ma in credibilità, appartenenza e stima duratura. Non è un caso che negli ultimi anni un contributo significativo arriva dai ricavi di sponsorizzazione e pubblicità, aumentati del 25%. Questo sviluppo economico è il frutto di una strategia commerciale mirata e di accordi di sponsorizzazione con importanti brand come Joma, Suzuki, Fratelli Beretta, Acrobatica, Enel, Red Bull e OVS. Tuttavia, appare evidente come, fatta eccezione per Suzuki, manchi una reale continuità territoriale nelle partnership.


Suzuki, infatti, ha scelto il Torino come partner ufficiale già nel 2013 e da allora ha costruito un legame sempre più solido con il club. In dodici anni, questa collaborazione è cresciuta anche grazie alla vicinanza fisica, la sede di Suzuki Italia è situata alle porte di Torino, e a una profonda affinità di valori. Suzuki ha intuito che il Torino poteva rappresentare il volano ideale per radicarsi nel mercato italiano, e oggi è protagonista anche in altre sponsorizzazioni sportive e culturali, come la partecipazione al Festival di Sanremo. Questo percorso ricorda un altro caso emblematico: nella stagione 2001-2002, ING Bank, colosso olandese, scelse proprio il Toro come veicolo d’ingresso nel mercato italiano attraverso la sponsorizzazione di Conto Arancio. Nonostante questi esempi virtuosi, resta il rammarico per la scarsa presenza di marchi piemontesi sulle maglie granata, una contraddizione difficile da spiegare alla luce della qualità e del radicamento di alcuni brand partner. È doveroso, in tal senso, rendere omaggio al Cavalier Vittore Beretta, il cui legame con il Toro è profondamente radicato nel tempo e nella memoria.

Come lui stesso ha raccontato: “Il mio personale rapporto con il Toro è iniziato il 4 maggio 1949. Avevo quattro anni e mezzo, e in casa c’era la radio accesa: mio padre e mia sorella piangevano perché era morto il Grande Torino. Da allora, quella scena mi è rimasta nel cuore.” La Fratelli Beretta, oggi attiva in sessanta Paesi, ha trovato nel calcio, e nel Torino in particolare, un partner valoriale prima ancora che commerciale. “Abbiamo sponsorizzato il Toro perché ci ha permesso di farci conoscere, ha affermato, ma soprattutto perché condividiamo la stessa visione: lo sport come passione, rispetto, movimento, amicizia tra i popoli e benessere psico-fisico. Non è solo marketing: è un sentimento che dura nel tempo.” Oggi le aziende che si definiscono socialmente responsabili devono porsi una domanda fondamentale: che tipo di sport vogliamo sostenere? Uno sport come mero business o uno sport che unisce, educa, ispira? Il Torino propone un modello virtuoso: una sportività responsabile, capace di coniugare tradizione e futuro. Non cerca scorciatoie né alleanze di comodo: porta avanti una visione fondata su valori condivisi e senso civico. Una proposta di brand awareness sostenibile, dove il valore reputazionale è reale, costruito nel tempo, mai artificiale. In un’epoca in cui ogni partnership comunica una posizione, investire nel Torino è una scelta etica e insieme strategica. È sposare una visione dello sport che mette al centro l’umanità. È fare parte di una storia unica, che ha saputo trasformare il dolore di Superga in un patrimonio morale collettivo. Il Toro non è solo una squadra. È una visione. È una posizione che conta.