© RIPRODUZIONE RISERVATA
Credo che sia mortifero, per il nostro amato gioco, pensare a puntare sempre più in alto i ricavi, pensando alla logica franchigia/spettacolo, invece che a puntare sempre più in profondità del cuore dei tifosi. Il cuore dei tifosi non ha bisogno di un ufficio marketing che gli ricordi la loro passione, il cuore dei tifosi ha solo la necessità che la loro storia e i loro sogni siano preservati (allora vedrete quanti più ricavi ci saranno! Molti di più della logica fanchigia/marketing/stadio-salotto). Spero che la Serie A non decida sul serio di seguire il modello Premier League, che mantenga lo spirito originario del calcio che metteva su un confronto assolutamente paritario tutte le classi sociali, spero che tutti i tifosi sentano suonare questo campanello d’allarme che io sento ogni giorno sempre più forte. Per favore, non facciamoci convincere che un bisogno diventi una necessità. Il primo campionato della massima serie inglese fu disputato nel 1888/89, e vide la vittoria, su dodici squadre, del Preston North End. Immagino la gioia che provarono quei tifosi di Preston, una piccola città della regione del Lancashire di poco più di centomila abitanti. Non deve essere stata molto diversa da quella provata poco tempo fa dai tifosi del Leicester, che orgogliosamente rivendicarono il fatto che, grazie al calcio, ora il mondo si era accorto di loro e della loro comunità. A Preston era nato anche Robert William Service, che fu un più che discreto scrittore e poeta e che credeva nella forza dei sogni. Service ebbe modo di scrivere: “sii padrone dei tuoi piccoli disturbi e conserva le tue energie per le cose grandi e utili. Non è la montagna che ti sta davanti che ti logora, è il granello di sabbia nella tua scarpa”.

/www.toronews.net/assets/uploads/202508/2152c6c126af25c35c27d73b09ee4301.jpg)