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ROME, ITALY - OCTOBER 04: Nuno Tavares of SS Lazio in action during the Serie A match between SS Lazio and Torino FC at Stadio Olimpico on October 04, 2025 in Rome, Italy. (Photo by Marco Rosi - SS Lazio/Getty Images)
Apprezzo l'ottimismo di chi ha voluto leggere nel pareggio con la Lazio qualche elemento positivo. Credo però che la partita di Roma sia stato soprattutto un fallimento del pacchetto difensivo, e che abbia segnato negativamente il percorso di una rosa che sarà impegnata fino alla fine nella lotta per non retrocedere e che potrà salvarsi solo con grande fatica. Lasciare sul campo due punti fondamentali dopo aver ottenuto un insperato quanto fortunoso vantaggio a un minuto e trenta secondi dalla fine è un ulteriore record negativo che questa formazione e questa società aggiungono alla già oberata lista di fallimenti. Non ci sono scusanti, eccezioni o considerazioni che possano indorare l'amarissima ennesima pillola che i tifosi hanno dovuto mandare giù in un pareggio che sa di sconfitta e che certifica l'inadeguatezza della rosa, soprattutto in difesa.
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I tredici gol subiti in sei gare sono ben più di un semplice campanello d'allarme: sono la prova che l'intera retroguardia è stata allestita in maniera raffazzonata e ai limiti dell'incompetenza. Tra scommesse, investimenti al ribasso, giocatori fisicamente inadeguati e injury-prone, la società ha riunito un campionario di mediocri pedatori che stanno zavorrando qualsiasi ambizione che non sia una mesta bassa classifica. I problemi cominciano dalla porta, dove Israel ha mostrato finora una serie di difficoltà tecniche che vanno dalla mancanza di piazzamento alle difficoltà delle uscite. Il pareggio laziale è un gol da lontano che un portiere di serie A non può permettersi di prendere, così come l'uscita bassa sul secondo gol, con palla sotto la pancia, appartiene agli anni ottanta, prima che Kahn e le uscite in piedi a coprire la massima porzione di specchio introducessero movimenti più efficaci. Ancora peggio va sulle corsie laterali, sulle quali gli avversari trovano sistematicamente falle e praterie aperte. La mancanza di qualità in marcatura di Lazaro e Biraghi fa il paio con la loro scarsa capacità di aiutare le offensive della squadra e fornire cross in area. Stesso cosa con Pedersen, che pur avendo corsa non ha le caratteristiche fisiche per contrare avversari più strutturati. L'unica eccezione è Nkounkou, che sembra ad ora un profilo interessante, ma che naturalmente con la Lazio è stato schierato solo a gara in corsa, lasciando Lazaro in balia di Cancellieri sulla sinistra, e obbligando all'ingresso deleterio di Dembélé quando Pedersen ha dovuto lasciare il campo.
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Su Dembélé sarebbe forse meglio soprassedere, ma la giustificazione che è giovane e deve maturare ormai non regge più. Dopo la follia con la Fiorentina, il macroscopico errore nel finale di ieri (abbinato alla palla precedentemente sparata in tribuna a pochi metri dalla porta avversaria) testimonia di una mancanza di tecnica, concentrazione e di lucidità che solleva seri interrogativi sul perché non sia stato mandato lui a farsi le ossa nelle serie minori al posto di Dellavalle, fresco di convocazione in under 21, che sarebbe invece servito in una retroguardia a tre. Anche il terzetto di centrali testimonia di una confusione in fase di mercato che sta causando danni a ripetizione. Le prestazioni di Coco sono state all'altezza solo per un breve periodo della scorsa stagione, lasciando poi spazio ad un'altalena di partite di medio-basso livello che non giustificano i circa dieci milioni investiti. Con la Lazio, il gol nel finale non cancella le amnesie e la mancanza di aiuto in copertura sulle reti avversarie e l'entrata inspiegabile che ha condotto al rigore. L'ingaggio di Ismajili è forse quello più giustificato dal punto di vista degli investimenti low cost, visto che è arrivato da svincolato, ma dei suoi guai muscolari si sapeva bene da tempo, e alla luce di questi problemi, la partenza in prestito di Walukjewictz forse andava evitata, soprattutto alla luce delle pessime prestazioni della difesa nel precampionato. Maripan resta l'unico elemento che continua a fornire prestazioni sufficienti, ma anche lui ogni tanto mostra segni di appannamento e di sicuro i continui cambiamenti di modulo non lo aiutano a trovare quei riferimenti che la scorsa stagione ne hanno fatto il miglior giocatore difensivo.
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Il vero problema è che i limiti di questo pacchetto arretrato si erano visti fin dall'inizio del ritiro e poi nelle prime amichevoli. Difficile capire come quello che la stragrande maggioranza dei tifosi ha intuito da subito abbia richiesto tanto tempo per essere finalmente compreso da chi di calciomercato e di giocatori dovrebbe intendersene molto più del tifoso medio. Ancor più difficile capire perché a fronte della palese inadeguatezza dell'intero pacchetto difensivo, la società abbia pervicacemente continuato a cercare sul mercato tutti i profili, tranne quelli che davvero servivano, ossia un portiere affidabile, un laterale destro e un altro centrale di piede sinistro. Questa tragica combinazione di incertezza, assenza di scouting, investimenti all'osso e mancanza di ambizione ha lasciato la squadra indifesa, così come ad essere senza difesa è, per l'ennesima volta, l'operato della società.
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