
Insegnare il Toro. Ho tre nipoti, e la più piccola ha imparato da poco a dire “Toro”, sciogliendo il cuore della zia, come cioccolato al sole. Il bello dell’essere granata è la forza che c’è nella continuità, di generazione in generazione, nella passione che i nostri genitori e nonni ci hanno messo per lasciarci tra le dita e nel cuore la storia e la leggenda del Toro. Parte di ciò che ci permette di essere granata fino al midollo è l’insegnamento, da riportare ai piccoli. Perché il Toro più bello è il loro, e per questo noi mettiamo i mattoni.
Non dimenticare il Toro. Il 31 dicembre si butta via il peggio di quest’anno, e credo che molti di noi, in diversi ambiti, abbiamo tanto di cui riempire il cassonetto. Ma per quanto riguarda il Toro no. C’è stato Bilbao, la gara con lo Zenit in cui ci siamo sentiti tutti un po’più granata, il derby di maggio, i successi della nostra grande Primavera, un’estate che sembrava (e potrebbe ancora essere) indizio di una stagione promettente, all’insegna dei giovani acquisti e la posa della prima pietra, per il nostro ritorno a casa. Il 2015 del Toro è stato anche tutto questo e non voglio dimenticarlo.
A tutti voi, che state festeggiando con i vostri amici, abbracciando i vostri amori e sperando in un anno pieno di gioia, auguro il meglio che la vita possa portarvi. Con qualche sorpresa in più, che vi lasci a bocca aperta.
Buonanotte granata… e Buon anno!
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