Ci raccontano che i tre giocatori che sono andati via non influiscono sul rendimento della squadra in questa stagione, salvo poi riflettere che la partenza di Laxalt e Bonifazi sconfessa i due terzi del mercato estivo di rafforzamento e quella di Falque, giocatore che aveva dimostrato grande attaccamento alla maglia, cassa definitivamente quello che era stato il presupposto dell'acquisto più oneroso della storia granata (Verdi) cioè il tridente Falque-Belotti-Verdi.
Si naviga a vista, senza strategie chiare agli occhi di noi tifosi. Quest' apparente smobilitazione (ricordiamo che fino all'ultimo minuto di mercato si è tentato di vendere anche Zaza, secondo acquisto più oneroso di sempre… ) non ha senso da qualunque parte la si voglia guardare. Cairo vuole cedere il Torino in un futuro prossimo? Allora perché dovrebbe depauperarlo di valore se vuole spuntare il massimo del prezzo in un'ipotetica trattativa? Mazzarri non sarà più l'allenatore nella prossima stagione? A maggior ragione non si dovrebbe accontentarlo allontanando quei giocatori che gli sono sgraditi perché non è detto che lo siano anche al futuro tecnico. Non ci sono più obiettivi sportivi per questa stagione? Bene, invece di smobilitare avrei comprato giovani promesse per iniziare ad inserirle nell'ossatura della squadra del domani.
Insomma, io continuo a non capire quale strategia ci sia dietro questo atteggiamento quasi atarassico della società: accade di tutto, eppure Cairo non fa nulla per reagire agli eventi. E non credo c'entri la vicenda Blackstone perché il presidente con la mossa della manleva si è messo al riparo da possibili richieste di risarcimenti personali milionari.
Credo che a Lecce ci si giochi molto di più che tre punti in campionato: un'eventuale sconfitta porterebbe il presidente a dover per forza fare una mossa e ad abbandonare questo immobilismo "talebano". Ovviamente ci si augura che dal Salento si torni con dei punti, anche perché, stante la situazione attuale, è meglio raggiungere il più in fretta possibile quota 40, onde evitare pericolose derive primaverili. Chi vivrà vedrà. Certo che nel 2020, nell'era della comunicazione ad ogni livello, dei social e del wifi ovunque, una banalissima conferenza stampa avrebbe evitato che questo senso di distacco tra la società e i tifosi si ingigantisse sempre di più. Il tempo è galantuomo, si dice, fra un po' capiremo. Peccato che nel frattempo a soffrire siamo sempre solo noi tifosi…
Da tempo opinionista di Toro News, do voce al tifoso della porta accanto che c’è in ognuno di noi. Laureato in Economia, scrivere è sempre stata la mia passione anche se non è mai diventato il mio lavoro. Tifoso del Toro fino al midollo, ottimista ad oltranza, nella vita meglio un tackle di un colpo di tacco. Motto: non è finita finchè non è finita.
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