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I giocatori sono sempre tutti bravi, i tecnici tutti molto motivati e preparati. Addirittura i giocatori che si tenta di sbolognare come Ilic, già venduto allo Spartak Mosca, ma mai partito per la Russia per intoppi mai ben chiariti nella trattativa, per Cairo diventano "forti" e ci si dice "contenti che siano rimasti". Tutto e il contrario di tutto, ma sempre con la stessa tecnica di comunicazione monocorde improntata ad una costante mistificazione della realtà. Per non parlare delle dichiarazioni sullo Stadio Grande Torino: "si ragiona sulla proroga di 18 mesi perché acquistarlo non è possibile" ha detto Cairo nel post partita con il Milan sebbene da tempo il Comune si sia adoperato per far togliere le ipoteche dal Comunale e punti alla sua vendita. Ma Cairo fa orecchie da mercante in questo senso. Strategia? Per la storicità ormai acquisita, direi che possiamo parlare di dichiarazioni che sanno di poca voglia di programmare ed investire come succede da vent'anni a questa parte.
E allora che si vinca solo a Monza domenica per chiudere in maniera pressoché definitiva il discorso salvezza. Un Toro salvo a fine stagione è fondamentale per mille motivi, ma un Toro che arriva, come sempre a metà classifica o giù di lì, è una costante che dovrebbe fare riflettere chi pianifica le stagioni. Mai più su: inaccettabile.
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Difficile purtroppo, però, immaginare una dirigenza ed una proprietà che sfruttino questi mesi di "vantaggio" a salvezza anticipata sostanzialmente acquisita per gettare davvero le basi di una crescita nella prossima stagione con Vanoli o un suo eventuale sostituto. Il mercato invernale ci ha detto chiaramente che anche quando un'esigenza è nota da tempo (vedi Zapata infortunato), la società non si muove con anticipo per colmare la lacuna, ma naviga a vista in attesa di un (improbabile) "affare". E infatti si va avanti così, anzi, si sta fermi così da troppi anni: con il Filadelfia da completare, lo stadio da comprare, il Robaldo ancora da terminare e la squadra da Europa sempre da fare, ma sempre l'anno dopo. Direi bene...
Da tempo opinionista di Toro News, do voce al tifoso della porta accanto che c’è in ognuno di noi. Laureato in Economia, scrivere è sempre stata la mia passione anche se non è mai diventato il mio lavoro. Tifoso del Toro fino al midollo, ottimista ad oltranza, nella vita meglio un tackle di un colpo di tacco. Motto: non è finita finché non è finita.
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