toronews columnist il granata della porta accanto Petrachi e l’illusione del “decennio d’oro”
Il granata dalla porta accanto

Petrachi e l’illusione del “decennio d’oro”

Alessandro Costantino
Alessandro Costantino Columnist 
Il Granata della Porta Accanto/ Mentre noi ci trascineremo in questo loop malefico, continueremo a vedere realtà come Bologna, Como, Atalanta, vivere davvero i propri "decenni d'oro"

A volte una buona notizia non è poi così una buona notizia. L'esonero di Vagnati, inaspettato e improvviso, è stato accolto dalla gran parte dei tifosi granata con giubilo, come se fosse il primo passo verso una liberazione: come dare torto a un popolo che da anni, in effetti, contestava il ds ex Spal e ne sottolineava l'inefficacia dell'azione? Curare il proprio look non è un aspetto negativo a priori, ma nel caso di Vagnati è stato preso dalla tifoseria come simbolo della sua storia professionale al Torino: tanta apparenza, poca sostanza. Come tutti i ds, Vagnati in questi sei anni ha pescato buoni giocatori (Ricci e Schuurs su tutti) ma ha anche imbarcato tanti giocatori costosi, relativamente alle possibilità del Torino, e dalla resa insufficiente (per usare un eufemismo). Credo che però quello che ha davvero reso Vagnati impopolare agli occhi dei tifosi sia stato il suo atteggiamento "troppo sicuro" che mal si sposava con le dichiarazioni francamente imbarazzanti che rilasciava continuamente ai media. Nessuno gli perdonerà mai in questo senso la sua sparata su Adams, in cui dichiarava di aver convinto lo scozzese a venire a Torino con la promessa di un salto in alto di carriera...in un'altra squadra! Ecco, un direttore che per primo non crede minimamente nella possibilità di costruire squadre che abbiamo una prospettiva, sarà forse universalmente considerato scaltro e bravo a muoversi nel mondo di squali che è il calcio, ma non avrebbe dovuto essere il direttore di un club, il Toro, che per storia e tradizione proprio sull'identità e l'attaccamento dovrebbe fare leva e motivo di attrattiva per i calciatori. Poi, chiaramente Vagnati godrà per sempre della sospensione del giudizio della storia per aver lavorato alle dipendenze di Cairo, un presidente che lascia ai suoi dirigenti la stessa autonomia decisionale che una mamma lascia al proprio figlio di tre anni, ma ciò comunque non toglie che la sua esperienza al Torino sarebbe dovuta finire molto prima e non con un rinnovo di contratto fino al 2027 siglato appena pochi mesi fa.

Se quindi la buona notizia è che l'area tecnica riparte da zero con aria nuova e, si spera, uno scouting meno legato ai "suggerimenti" dei procuratori, ma più ad efficaci processi interni di monitoraggio dei calciatori, la brutta notizia è che Cairo in tutto questo ha optato per un ritorno al passato. L'arrivo di Petrachi suona come il tentativo di una restaurazione di presunti antichi fasti o molto più realisticamente come la scelta disperata di rimettersi con la ex dopo aver mollato la fidanzata degli ultimi 6 anni. Petrachi nel suo decennio al Toro aveva fatto bene formando un binomio perfetto con Ventura e portando la squadra dalla B alle soglie dell'Europa (conquistata solo grazie all'esclusione del Parma). Parlare del periodo 2009-2019 definendolo "decennio d'oro" come qualche media ha solertemente fatto, è francamente esagerato perché due settimi posti non giustificano una tale definizione. Forse l'aggettivo dorato può essere riferito al conto delle plusvalenze realizzate in quel periodo: importanti sicuramente per il benessere economico del club, ma che nulla hanno inciso nei risultati sportivi. Anzi. Fu proprio grazie al metodico lavoro di smantellamento delle squadre che potevano portare a risultati sportivi, questi sì, effettivamente "d'oro", che quel decennio è rimasto un grande incompiuto. Fu colpa di Petrachi? Certamente no, perché il direttore salentino obbediva a ordini superiori, ma anche lui ci mise del suo comprando tanti buonissimi giocatori, ma anche tanti "brocchi". Resta quindi da farsi una domanda riguardo a questo cambiamento nella direzione sportiva del Torino: premettendo che probabilmente Petrachi avrà una percentuale più alta di acquisti azzeccati rispetto a Vagnati, cosa cambierà davvero per i granata se la costante di ogni singola stagione degli ultimi vent'anni è la presenza di Cairo alla presidenza? Si cercherà di salvare una stagione che sta prendendo una brutta piega e che con la vittoria sulla Cremonese si è un po' raddrizzata, ma, a conti fatti, nulla cambierà.

Arriverà probabilmente un nuovo mister, parecchi nuovi giocatori ed anche se i risultati dovessero migliorare, l'anno seguente si venderanno i migliori non per alzare il livello con innesti altrettanto validi, ma per "vincere" l'ennesimo scudetto del bilancio. E mentre noi ci trascineremo in questo loop malefico, continueremo a vedere realtà con potenzialità simili alle nostre (Bologna, Como, Atalanta, ecc.) vivere davvero i propri "decenni d'oro" ricchi di risultati decisamente migliori di un misero settimo posto. Ecco perché a volte una buona notizia non è poi così davvero una buona notizia...

Da tempo opinionista di Toro News, do voce al tifoso della porta accanto che c’è in ognuno di noi. Laureato in Economia, scrivere è sempre stata la mia passione anche se non è mai diventato il mio lavoro. Tifoso del Toro fino al midollo, ottimista ad oltranza, nella vita meglio un tackle di un colpo di tacco. Motto: non è finita finché non è finita.

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