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Toro, tutto in un mese

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Il Granata Della Porta Accanto / Non ci si può permettere una partenza lenta, perché se poi non ci fosse la possibilità di arrivare al traguardo farebbe testo il punto raggiunto
Alessandro Costantino
Alessandro Costantino Columnist 

Il dado è tratto, la decisione è presa: il calcio riparte e di conseguenza il Toro deve rimettersi a pedalare. E anche forte se non vuole rischiare sul serio. Inutile girarci attorno: le prime partite di questa ripresa saranno fondamentali per le sorti della stagione e, non a caso, questo è un concetto ripreso anche da Vagnati nella sua conferenza di presentazione.

I motivi sono semplici e sono fondamentalmente due: il primo è che la stagione riparte, ma non è detto che finisca, completando tutte le sue tredici partite, il secondo è che anche se il campionato arrivasse alla sua conclusione, una falsa partenza in questo mini ciclo di tredici gare sarebbe difficilmente recuperabile dopo dato il brevissimo lasso di tempo in cui si giocherà.

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Longo con il suo staff ha un mese circa a disposizione per lasciare un'impronta determinante sulle sorti della stagione e penso che anche lui sappia che non si tratta di una gara di resistenza quanto più di una corsa da velocisti, quindi non una maratona quale di solito è un campionato vero dall'inizio alla fine, più che altro un 200 metri dove la partenza e la potenza sprigionata fino al rettilineo finale ti mettono in grado di concludere in scioltezza. Questo concetto è ancora più vero se associato alla grande incognita delle positività che potrebbero portare ad un futuro nuovo stop delle gare: la cristallizzazione potenziale della classifica che ne conseguirebbe (anche solo per determinare la posizione ed i vantaggi derivanti dalla griglia dei fantomatici playout) impone di essere da subito in uno slot che metta al sicuro dallo spettro della B. Ecco perché non ci si può permettere una partenza lenta, perché se poi non ci fosse la possibilità di arrivare al traguardo finale farebbe testo il punto in cui si è, senza appello. A  Moreno Longo quindi il difficile compito di sfruttare queste tre settimane di preparazione per trasmettere tutta la convinzione possibile ai giocatori, oltre a creare un quadro tecnico tattico in cui possano esprimersi al meglio. Cruciale diventerà la capacità del tecnico di far tirare fuori ai suoi giocatori "gli occhi di tigre" sin dalla prima partita, che dovrà essere affrontata come se fosse una finale (nel vero senso della parola e non solo come metafora). Ogni punto incamerato il prima possibile può fare la differenza tra inferno e paradiso. È chiaro che in quest'ottica la presenza di Vagnati, che sembra aver preso di petto la situazione calandosi in trincea per supportare lo staff tecnico nel dare una scossa ed una spinta decisiva ai giocatori, e l'incursione di Cairo al Fila, nella quale mi auguro che oltre ai doverosi discorsi motivazionali abbia anche messo fine, positivamente e definitivamente, alla querelle con la squadra su certi bonus frutto di incomprensioni sin dall'inizio della stagione, assumono un'importanza tutt'altro che secondaria: il clima dev'essere positivo e sgombro da ogni remora o rancore se si vuole remare, tutti, con decisione e compattezza, verso un comune obiettivo. Se la squadra arrivasse ad inizio luglio, cioè dopo le prime tre-quattro partite, senza aver dimostrato di aver cambiato la rotta pre-pandemia, anche un ipotetico cambio di allenatore avrebbe un effetto minimo, se non nullo: giocando ogni tre giorni, il nuovo mister non avrebbe nemmeno il tempo di allenare a dovere la squadra e potrebbe incidere solo (e chissà poi in che misura davvero) sull'aspetto motivazionale. Senza contare che ci sarebbe comunque la spada di Damocle della potenziale sospensione, in ogni momento, del campionato a vanificare comunque anche questa mossa.

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La realtà è che il Toro si gioca tutto in un mese a partire da oggi: venti giorni di allenamento vero e una decina in cui ci saranno le prime quattro partite. Io sono ottimista perché si tratta di fare  una dozzina di punti che sono alla nostra portata: 7-8 punti nei primi quattro turni, metterebbero al sicuro la posizione in classifica e permetterebbero di vivere il mese di luglio serenamente col risultato finale praticamente acquisito.

L'unica cosa che mi fa davvero paura è una rosa troppo scarna per sfruttare al meglio la nuova regola dei cinque cambi e per fronteggiare eventuali emergenze legate a infortuni che si preannunciano copiosi vista l'eccezionalità del lungo stop e delle condizioni di ripresa dell'attività (tante partite in un clima estivo non congeniale a sforzi così intensi). Se per una volta la dea bendata spostasse la benda e buttasse un occhio verso di noi, almeno su questo…

 

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