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Insomma è sempre mancato il classico centesimo per fare una lira, e il derby di sabato non ha fatto eccezione. Un primo tempo sotto tono, una ripresa più gagliarda e quando si è presentata l'occasione per il colpo del ko questo non è arrivato. From zero to hero dicono gli americani di chi fa qualcosa di straordinario inaspettatamente. E Lazaro, quasi mai in palla in questa stagione, avrebbe potuto portare tutti dalla sua se in quel colpo di testa avesse messo tutta la rabbia e la voglia di vincere quella partita e di far ricredere i suoi detrattori sul suo vero valore. Ma quel fuoco devi averlo dentro per poter essere l'uomo giusto al posto giusto. Ce l'aveva avuto Maspero quando insaccò il gol del tre a tre nel mitico derby della rimonta impossibile e Fortunato Torrisi (omen nomen?) quando in mezza girata completò la più pazza ed iconica rimonta della storia dei derby. Non è da tutti una cosa del genere, chiaro. Ma quella voglia di fare qualcosa di straordinario la si può allenare, quotidianamente, se si “lavora” in un contesto che ti spinge a dare sempre di più, a migliorarti giorno per giorno e a focalizzarti su ciò che è importante per l'ambiente in cui sei inserito: si può allenare la voglia di vincere un derby se capisci cos'è il Toro e cosa significa il derby per i suoi tifosi. E il primo a darti questo input dovrebbe essere il presidente, magari offrendoti un premio partita in caso di vittoria, giusto per incentivare maggiormente quella voglia di scrivere pagine importanti della storia. Pagine che purtroppo sono rimaste troppo vuote nelle ultime decadi…
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Ma questo Toro è così: è lodevole perché fa quanto può e spesso qualcosa in più, ma non ha i mezzi per fare il salto di qualità. Perché buona parte dei giocatori non riesce ad andare realmente oltre i propri limiti, perché probabilmente anche il mister non sa essere diverso da sé stesso per andare oltre i propri limiti e perché la società probabilmente non è in grado di trasmettere un'ambizione superiore a quella rispecchiata dalla realtà attuale.
Quel colpo di testa di Lazzaro magari ci avrebbe solo illuso che qualcosa sarebbe davvero cambiato oppure avrebbe potuto essere una vera e propria sliding doors, ma non lo sapremo mai, perché come nel famoso giorno della marmotta, a luglio ci ritroveremo a vivere nuovamente la stessa stagione (nel film era la stessa giornata) già vista e rivista troppe volte nella storia ormai nemmeno troppo recente del Torino. Un eterno vorrei, ma non riesco degno del più maligno contrappasso di dantesca memoria: ma cosa avremo mai fatto noi tifosi del Toro per meritarci una “punizione” del genere?
Da tempo opinionista di Toro News, do voce al tifoso della porta accanto che c’è in ognuno di noi. Laureato in Economia, scrivere è sempre stata la mia passione anche se non è mai diventato il mio lavoro. Tifoso del Toro fino al midollo, ottimista ad oltranza, nella vita meglio un tackle di un colpo di tacco. Motto: non è finita finché non è finita.
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