
Sul secondo tema di discussione invece sono in disaccordo coi detrattori di Miha. Innanzitutto bisognerebbe conoscere quali leve motivazionali ha toccato l'allenatore nel chiuso dello spogliatoio per preparare i suoi al derby: un conto è quello che si dice in sala stampa, un conto è quello che si dice ai giocatori nelle sacre stanze che costituiscono il cuore della vita di squadra. E poi siamo stati anni a tenere profili più che bassi con la gestione precedente col risultato di incassare sconfitte in serie giocando a non giocare i derby per cui non capisco come si possa non apprezzare il tentativo di aumentare l'autostima dell'ambiente Toro nei confronti dei rivali juventini. Le partite durano 90 minuti più recupero, quella dello Stadium diceva che dopo venti minuti eravamo in svantaggio e stavamo patendo il pressing molto alto ed aggressivo dei bianconeri. C'erano ancora più di 70 minuti a disposizione per cambiare l'inerzia della partita e provare a rispondere colpo su colpo all'inizio arrembante dei padroni di casa. L'espulsione di Baselli ha impedito che si potessero sfruttare appieno le nostre risorse e di conseguenza le nostre possibilità di raddrizzare la gara. Semmai la vera colpa di Mihajlovic è stata quella di sostituire Iago Falque e non Niang per riequilibrare la squadra rimasta in dieci, una mossa, quella di lasciare l’ex milanista in campo, pagata cara a causa della sua pessima ed evanescente prestazione: per la serie “tutto quello che non si dovrebbe mai fare in un derby!”. Resto quindi dell'opinione che se il calcio è cambiato, va modificata anche la mentalità di noi tifosi nell'approcciarci in maniera più positiva e convinta al derby: credere nella vittoria significa non sperare che il mister metta il pullman davanti alla porta per limitare i danni, ma provare a giocarcela il più possibile senza timori reverenziali. E possibilmente in 11 contro 11 fino al 95’…
Ora viene il bello. La partita col Verona deve spezzare la tradizione che vuole il Toro sempre poco vincente dopo i derby persi. Ci vuole personalità e voglia di vincere per dimostrare che questa squadra può stare nel gruppo di testa. È qui che si vedrà la caratura dì questo Torino. In Italia non esistono le partite facili, ma ce ne sono parecchie nelle quali non si possono non fare i tre punti. Quella col Verona è uno di queste. Per ora siamo ancora fermi all'espulsione di Baselli, come in un fermo immagine: non possiamo rimanere fermi là, ma rimetterci in moto e fare la nostra parte, sugli spalti ed in campo. Se vogliamo uscire da una dimensione provinciale, non c'è altra strada: schiacciamo play tutti assieme!
Da tempo opinionista di Toro News, do voce al tifoso della porta accanto che c’è in ognuno di noi. Laureato in Economia, scrivere è sempre stata la mia passione anche se non è mai diventato il mio lavoro. Tifoso del Toro fino al midollo, ottimista ad oltranza, nella vita meglio un tackle di un colpo di tacco. Motto: non è finita finchè non è finita
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