Torna un nuovo episodio di "Lasciarci le penne", la rubrica di Marco Bernardi
Nightmare - Dal profondo della notte
di Wes Craven, 1984 - New Line Cinema, Media Home Entertainment, Smart Egg Pictures
Quarant'anni fa la fantasia di Wes Craven diede forma all'incubo e generò Freddy Krueger, orrido assassino seriale dotato di unghiacce letali, che agisce nei sogni delle vittime, trasformando il sonno ristoratore in trappola mortale. I malcapitati, i soliti ragazzotti destinati a morire a bizzeffe come nella maggior parte degli horror americani, provano a restare svegli, ma non c'è niente da fare: prima o poi i loro occhi si chiudono e il gioco per il perfido Freddy è fatto.
E' appena passata la sera che precede la festa di Ognissanti, da qualche anno mercificata dagli Italiani nella tragicomica parodia di Halloween: ieri per la città si aggiravano schiere di zombie, streghe, vampiri, fantasmi e altre mostruosità assortite, gente di tutte le età, quasi sempre imbarazzata nel chiedere dolcetti a destra e a manca. Uscito dal lavoro mi sono imbattuto, sotto i portici del centro, in vari emuli degli assassini seriali del cinema a stelle e strisce, con netta prevalenza del Ghostface di Scream, il più a buon mercato da riprodurre con il semplice utilizzo di una maschera da Urlo di Munch e un mantellaccio nero. Non ho però trovato nessuno nei panni del cattivo di Nightmare.
Mi sono chiesto il perché per poi scoprirlo un po' più tardi: il ruolo dell'incubo, ieri sera, doveva assumerlo, intorno al ventesimo minuto della sfida contro la Roma, la nostra difesa che, inanellando una sequela di errori clamorosi, riusciva a regalare il vantaggio ai dimessi Giallorossi, che difficilmente sarebbero riusciti a segnare in altro modo. Tra retropassaggi suicidi e ruzzoloni in fondo al sacco, la palla quasi innocua calciata da Dybala terminava in rete per condannarci a una nuova sconfitta al termine di una delle partite più brutte degli ultimi anni.
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Così la notte di Halloween ha assunto veramente i contorni orrorifici che il mondo anglosassone le dà, altro che maschere sanguinolente, ragnatele e pipistrelli: un match giocato male è la migliore rappresentazione dell'incubo che un appassionato di calcio possa immaginare. Dopo una settimana di sogni di gloria al sapore di bevanda energizzante, ecco che il nostro consueto nightmare torna a visitarci. Non ha nemmeno bisogno di mani a coltellaccio e della faccia del grande Robert Englund. Gli basta una traiettoria beffarda, un tocco kamikaze, il rotolare della sfera verso la linea di porta per sfociare nel grottesco finale che tutti abbiamo ancora negli occhi.