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Il Torino giocò finalmente una bella partita, con una superiorità indiscussa. Samuele Ricci e Nikola Vlasić dominatori a centrocampo, entrambi in grado di operare sempre la scelta migliore senza sprecare un pallone, il croato in grado di strappare ripetutamente. Yann Karamoh che creava pericoli costanti e superiorità numerica sulla fascia sinistra dell’attacco, come evidenziato dalla heat-map posizionale a fine gara. Grandi parate, eccellente prestazione del portiere del Cagliari Caprile ad evitare un passivo ben più pesante per la compagine sarda. E poi Ché Adams. Ché Zach Everton Fred Adams. Suoi i due goal. Supportato al meglio dal trio Lazaro, Vlasic, Karamoh. Certo. Il Ché, dopo il coniglio estratto dal cilindro con il goal da cinquanta metri ad Empoli, stava realmente diventando “uno di noi”. E alla fine, in tribuna spuntò la bandiera della Scozia. La bandiera di Adams. E il pensiero andò ad un grande scozzese, Denis Law, scomparso da pochi giorni. The only Scotsman to ever win the Ballon d’or.
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Alla fine, la classifica recitava Torino punti 26; Cagliari punti 21, due punti sopra la terzultima, il Verona, che doveva ancora giocare. Ciliegina sulla torta, la trasmissione di Sky a commento del match annoverava tra gli ospiti Gianmarco Sala, figlio del “nostro Capitano“ Claudio. Con le immagini del Poeta impegnato sotto la pioggia a Verona l’anno dello Scudetto; la voce di Enrico Ameri al goal di Pulici il 16 maggio ‘76; le parole di Gigi Radice alla Domenica Sportiva, durante quella irripetibile primavera. Difficile addormentarsi per i vecchi cuori granata, quella sera. Si vive di poco, quel poco bisogna assaporarlo subito. Prima di un’altra mazzata, viste le ambizioni della società. Gonfio di soddisfazione, per una partita finalmente bella e col pensiero alle stagioni della gioventù, in granata. Meglio scrivere di getto l’emozione intensa di quel momento.
Gianni Ponta, chimico, ha lavorato in una multinazionale, vissuto molti anni all’estero. Tuttavia, non ha mai mancato di seguire il “suo” Torino, squadra del cuore, fondativa del calcio italiano. Tra l’altro, ha scoperto che Ezio Loik, mezzala del Grande Torino, aveva avviato un’attività proprio nell’ambito dell’azienda in cui Gianni molti anni dopo sarebbe stato assunto.
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