22 ottobre 1935, Arena di Milano. Milan-Torino 0-1. Maina riceve il retro passaggio di Osvaldo Ferrini, pressato da un avversario.
15 marzo 1936. Sampierdarena-Torino 2-0. Maina devia in angolo a mani aperte sotto la traversa, Osvaldo Ferrini e Cesare Gallea ne osservano l'intervento. Il colpo di reni a rialzarsi dopo una deviazione in tuffo. Coppa Italia 1935-36.
LEGGI ANCHE: I goal del giovane Bonesso
L'11 giugno del 1936 si disputa la finale di Coppa Italia sul campo neutro di Genova. Tra i pali del Torino si schiera Pino Maina, coppola ginocchiere e maglia grigia. Torino e Alessandria hanno vinto la concorrenza di altre 96 squadre. Si tratta della seconda edizione del torneo nazionale in assoluto. La prima era stata vinta dal Vado nel '22, quindi la Coppa nazionale non si era più disputata. Il Torino giunge in finale dopo aver eliminato Reggiana, Catania, Livorno e Fiorentina. Il 19 gennaio 1936, al Filadelfia, negli ottavi di finale, i granata si sono imposti sulla compagine siciliana per 8-2, con sei goal di Pietro Buscaglia (13', 28', 39', 55', 58', 86').
Finale. Le doppiette di Remo Galli II e del chierese Onesto Silano, un sinistro al fulmicotone come quello di Pulici tanti anni dopo, insieme al goal di Buscaglia, consentono al Torino di imporsi per 5-1 sull'Alessandria, mentre il gol dei grigi viene realizzato da Riccardi.
Il Torino conquista la sua prima Coppa Italia.
LEGGI ANCHE: Carappa e il sale della terra
Trentacinque anni dopo un altro portiere del Torino avrebbe vinto la quarta Coppa Italia per i granata di nuovo sul campo neutro di Genova. Il mio idolo all-time Luciano Castellini avrebbe parato due rigori a Gianni Rivera, mentre Sergio Maddè sarebbe stato implacabile 5/5 contro il rossonero Belli.
Luciano Castellini, "i laghé son tücc matt"come sentii dire con affetto ed ammirazione da un tifoso sugli spalti di San Siro. Appunto. Per volare da un palo all'altro e mettere la faccia nei piedi degli attaccanti avversari, bisogna esserlo.
Quando smise di giocare, Pino Maina intraprese la professione di disegnatore all'Aeronautica. Morì giovane, a soli 33 anni, il 19 settembre 1942, mentre tornava dal lavoro in bicicletta, investito da un locomotore della tramvia che da Torino portava a Rivoli, lungo l'attuale Corso Francia, all'altezza del quartiere Pozzo Strada.
Gianni Ponta, chimico, ha lavorato in una multinazionale, vissuto molti anni all’estero. Tuttavia, non ha mai mancato di seguire il “suo” Torino, squadra del cuore, fondativa del calcio italiano. Tra l’altro, ha scoperto che Ezio Loik, mezzala del Grande Torino, aveva avviato un’attività proprio nell’ambito dell’azienda in cui Gianni molti anni dopo sarebbe stato assunto.
Disclaimer: gli opinionisti ospitati da Toro News esprimono il loro pensiero indipendentemente dalla linea editoriale seguita dalla Redazione del giornale online, il quale da sempre fa del pluralismo e della libera condivisione delle opinioni un proprio tratto distintivo.
© RIPRODUZIONE RISERVATA



/www.toronews.net/assets/uploads/202508/2152c6c126af25c35c27d73b09ee4301.jpg)