La squadra appare vulnerabile e incapace di garantire la solidità necessaria per fare punti. In una giornata buia, un raggio di luce arriva da Ngonge
Un'altra sconfitta, la terza in sole cinque partite, affossa un Toro che ha completamente smarrito la propria identità. La partita contro il Parma, terminata 2-1, è stata un'ulteriore dimostrazione di fragilità e mancanza di carattere. Nonostante un primo tempo in cui nei primi 30' la squadra sembrava avere il controllo, alla prima occasione (fortuita), con zero tiri in porta il Parma si è portato in vantaggio su rigore e il Toro è crollato. L'episodio chiave è stato il gol subito, che ha scatenato la solita preoccupante situazione: l'incapacità di reagire e la confusione totale. Il rammarico per una sconfitta che, sulla carta, poteva e doveva essere evitata è enorme, ma a preoccupare è l'assenza di carattere che continua a manifestarsi ogni volta che la squadra si trova in svantaggio.LEGGI ANCHE: Un Toro in cerca di equilibrio: il precampionato si chiude tra luci e ombreI granata sembrano una squadra che si spegne al primo colpo, incapace di trovare la forza mentale per rialzare la testa e lottare. Il quadro si fa ancora più cupo se si analizzano le statistiche. Con soli due gol segnati in cinque partite, il Toro si ritrova con il peggior attacco del campionato, insieme a Verona e Genoa. La sterilità offensiva è un problema evidente, una palese mancanza di idee e soluzioni per mettere in difficoltà le difese avversarie. L'attacco, che dovrebbe essere il punto di forza visti i giocatori in rosa, è invece in panne. Ma la situazione peggiora in difesa. I dieci gol subiti collocano il Toro anche nella pessima posizione di peggior difesa del torneo, insieme al Lecce (autore, però, di un caparbio forcing nei 15' finali che gli hanno valso il 2-2 con il Bologna). Questi dati sono ormai conclamati e non possono essere più ignorati. Non si tratta solo di errori individuali, ma di un problema strutturale. La squadra appare vulnerabile e incapace di garantire la solidità necessaria per fare punti. In una giornata buia, un raggio di luce arriva da Ngonge. L'attaccante, finalmente, ha mostrato di che pasta è fatto, non solo con un gol eccezionale, ma anche con una prestazione complessiva positiva. La sua brillantezza, tuttavia, non è bastata a mascherare le evidenti lacune di un Toro che fatica tremendamente dal punto di vista psicologico. La sua rete, per quanto bella, è rimasta un episodio isolato, un lampo nel buio che non ha saputo illuminare il cammino di un'intera squadra.Anche alcune scelte di mister Baroni, a cominciare dai cambi, continuano a lasciarci perplessi. Quanto visto in campo solleva almeno tre domande: 1) perché assegnare la marcatura di un gigante come Pellegrino (192 cm) a Valsic (178 cm), con un evidente mismatch fisico che ha messo in ginocchio la difesa sul gol da calcio d'angolo? 2) Perché far entrare Biraghi, in palese affanno, senza quella capacità di corsa né copertura di cui abbiamo bisogno? 3) Perché continuare a puntare su Tameze quando la panchina offre alternative valide e giovani come Gineitis e Ilkhan, che potrebbero portare dinamismo e freschezza, soprattutto quando devi sostituire Asllani?LEGGI ANCHE: L’equilibrio del Toro: tra sogni e urgenzeQuesta ostinazione nel proporre sempre gli stessi uomini, a discapito di profili che potrebbero garantire maggiore vivacità, lascia perplessi, specie se devi provare a vincere le partite. Ora, non c'è dubbio che il Toro si trovi in un momento estremamente delicato. L'assenza di carattere, le scelte discutibili e la mancanza di una vera e propria reazione preoccupano davvero tanto. Anche perché le prossime due partite sono terribili: sabato 4 ottobre a Roma con la Lazio, che ha passeggiato 3-0 con il Genoa, poi il 18 ottobre in casa con il Napoli. Indossiamo elmetto e protezioni.
Manager, docente Luiss, esperto di comunicazione e Public Affairs, giornalista pubblicista col cuore granata. Michelangelo Suigo è un autore che per chi è avvezzo al mondo della comunicazione, specialmente se legata all’imprenditoria, non ha bisogno di presentazioni. Chi volesse approfondire il suo sterminato curriculum può farlo sul sito di Inwit, azienda di cui ricopre attualmente il ruolo di EVP External Relations, Communication & Sustainability Director. Ma soprattutto, per quel che attiene a questa rubrica, Michelangelo è un orgoglioso e genuino tifoso granata.