Nell'ultimo articolo della rubrica "La Scossa Granata" avevo scritto che avremmo potuto fare lo sgambetto ai gobbi perdendo anche l'ultima partita con la Roma in casa. Penso sia la prima volta che la squadra abbia preso in parola la mia richiesta, salvo il fatto che l'ennesima sconfitta granata non è nemmeno servita all'obiettivo di tagliare fuori la Juve dalla Champions, avendo vinto a Venezia. Al di là dello scherzo, è ora di tirare le somme di questo campionato malandato, che ci vede chiudere nel limbo dell'undicesimo posto (a pari punti con l'Udinese) con la miseria di 44 punti, 12 sopra la quota salvezza e ben 21 sotto la quota coppe, con soli 39 gol segnati (solo 6 squadre peggio di noi) e 45 subiti (ottavi su 20). Ma, cosa per molti versi ben peggiore, una sola vittoria nelle ultime 9 partite, ragranellando appena un punto nelle ultime 5 (peraltro in casa contro il retrocesso Venezia), subendo quattro sconfitte e segnando un solo gol (contro gli 8 subiti). Una vera débâcle nel finale di stagione, con la squadra palesemente in campo in infradito. La domanda che mi sono fatto è: stiamo parlando del Monza, vero? (senza offesa per i brianzoli) No, stiamo parlando del nostro Toro.


La scossa granata
Campionato fallimentare, ora serve ricostruire
Non a caso, dopo aver incitato i ragazzi di Vanoli per tutto il match, la Maratona e il resto dello stadio li hanno sonoramente fischiati, non solo per la partita persa 2-0 con i giallorossi. il Presidente Cairo, post Toro Roma ha detto di essere "deluso anche da Vanoli. Valuteremo tutto. Ha parlato di otto finali, forse era meglio parlare di semifinali" e ancora "Valutazioni anche sul direttore Vagnati? No, Vagnati ha il contratto con noi, abbiamo rinnovato. Non c'è problema". Ha poi concluso dicendo che "rispetto allo scorso anno, bilancio deficitario. Abbiamo 2 posizioni in meno, 9 punti in meno. In un certo momento ho visto una crescita importante, non perdevamo mai e abbiamo fatto innesti interessanti da Casadei a Elmas". Di sicuro occorrerà ripartire da poche certezze, fare i conti con le cessioni (Ricci e Milinkovic-Savic praticamente certi) e sistemare tante situazioni contrattuali, anche con i giovani più promettenti, tra cui Dembélé, Gineitis, Perciun, Njie e Cacciamani. Poi servirà costruire la squadra con alcune uscite di giocatori che non hanno per nulla performato e, auspicabilmente, con innesti utili e importanti, senza trascurare la notizia dell'estinzione delle ipoteche che pendono sull'Olimpico Grande Torino. Ma questa è un'altra storia.
Manager, docente Luiss, esperto di comunicazione e Public Affairs, giornalista pubblicista col cuore granata. Michelangelo Suigo è un autore che per chi è avvezzo al mondo della comunicazione, specialmente se legata all’imprenditoria, non ha bisogno di presentazioni. Chi volesse approfondire il suo sterminato curriculum può farlo sul sito di Inwit, azienda di cui ricopre attualmente il ruolo di EVP External Relations, Communication & Sustainability Director. Ma soprattutto, per quel che attiene a questa rubrica, Michelangelo è un orgoglioso e genuino tifoso granata.
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