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Finalmente. Dopo un inizio di stagione in salita, segnato dalla sconfitta 5-0 a San Siro con l'Inter e dal pareggio casalingo con la Fiorentina, il Torino si è sbloccato. E lo ha fatto nel modo più roboante possibile, espugnando l'Olimpico e infliggendo alla Roma la sua prima sconfitta stagionale. Uno 0-1 che vale molto più dei tre punti, un risultato che ridà fiducia a un ambiente che ne aveva un gran bisogno e che dimostra la validità delle scelte di mister Baroni. La squadra è riuscita addirittura nell'impresa di infliggere alla Roma la prima sconfitta casalinga del 2025: i giallorossi avevano sin qui collezionato 16 vittorie e 2 pareggi, realizzando addirittura 43 reti. Il capolavoro granata è partito proprio da qui: evitare di prendere gol, raggiungendo il 2° clean sheet della stagione. La mossa del tecnico granata è stata decisiva. Partendo dall'avvio disastroso di San Siro, Baroni ha rivoluzionato tutto passando alla difesa a tre. Schierare Coco, Maripán e Ismajli, con zero cambi in panchina, era un rischio enorme, ma ha pagato. C'è da dire che, da quando è tornato Maripán il Toro non ha subito gol in due partite. A San Siro, la coppia Masina-Coco ha registrato ben 13 palle perse, un paio di errori gravi che hanno portato gol e appena 4 chiusure difensive. Con il ritorno del cileno al centro della difesa, contro la Fiorentina, i centrali (lui e Coco) hanno perso appena 6 palloni ed effettuato 13 chiusure difensive. Contro la Roma, il terzetto difensivo ha perso 8 palloni in totale (pochissimi) e fatto 24 chiusure difensive (il solo Maripán ben 11, oltre a 4 tiri respinti, 2 intercetti e l'86% di precisione nei passaggi).
E i duelli vinti dalla difesa granata sono stati 17 su 25 (68%), di cui ben 8 del solo Maripán. È un dato di fatto: "El Toqui" è fondamentale per questo Toro. Sia nella difesa a 4 (purché non si faccia giocare Coco a sinistra), sia in quella a 3. Il reparto arretrato pare essersi così assestato, mostrando una solidità inaspettata e concedendo pochissimo agli avversari, se non nei concitati minuti di recupero. È proprio in quel frangente che la Roma si è fatta più pericolosa, ma la retroguardia granata, seppur in affanno, è riuscita a resistere. Un'altra chiave di lettura della partita è stata senza dubbio l'attacco, con Giovanni "Cholito" Simeone. L'attaccante argentino ha messo fine all'astinenza con un vero e proprio capolavoro. Scappato con un gioco di prestigio in contropiede sulla fascia sinistra, proprio sotto i nostri occhi, una volta servito da Ngonge, Simeone si è inventato una splendida conclusione a giro dal limite dell'area che non ha lasciato scampo a Svilar.
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Un gol che non è stato solo un gesto tecnico, ma la scintilla che ha acceso la squadra, che dal momento del vantaggio ha preso coraggio e ha saputo gestire meglio la gara, andando anche vicina al raddoppio, prima con una botta di Aboukhlal, appena subentrato ad un forte ma svogliato Ngonge, e poi con Vlasic, autore di una prova sontuosa. Oltre a Simeone, ci sono altri nomi che meritano una menzione speciale. Come detto, Vlasic ha offerto una prestazione di grande sostanza, rendendosi protagonista di alcune pericolose sortite offensive e supportando egregiamente la manovra. A centrocampo, l'equilibrio è stato garantito dalla sapiente regia di Asllani, autore di una prova di grande qualità, sia in fase di impostazione che di interdizione. E se la difesa ha retto così bene, il merito è del muro cileno Maripán, che, come descritto, ha dominato l'area di rigore con la sua fisicità e il suo senso della posizione. Infine, da citare il portiere Israel, autore di due parate nel finale, con cui ha blindato il risultato e garantito al Toro il primo successo stagionale. Il Toro c'è, la vittoria contro la Roma è un segnale forte, e ora sta alla squadra dimostrare che non si è trattato di un episodio isolato.
Manager, docente Luiss, esperto di comunicazione e Public Affairs, giornalista pubblicista col cuore granata. Michelangelo Suigo è un autore che per chi è avvezzo al mondo della comunicazione, specialmente se legata all’imprenditoria, non ha bisogno di presentazioni. Chi volesse approfondire il suo sterminato curriculum può farlo sul sito di Inwit, azienda di cui ricopre attualmente il ruolo di EVP External Relations, Communication & Sustainability Director. Ma soprattutto, per quel che attiene a questa rubrica, Michelangelo è un orgoglioso e genuino tifoso granata.
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