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Toro, notte fonda con il Como: le assenze pesano, ma la “linea verde” lariana è una lezione

Michelangelo Suigo Columnist 
Torna "La Scossa Granata" la rubrica su Toro News di Michelangelo Suigo: "Senza attacco e senza difesa, il Grande Torino diventa terra di conquista"

Senza attacco e senza difesa, il Grande Torino diventa terra di conquista. È la dura legge del calcio che si è abbattuta ieri sera su un Torino irriconoscibile, capace di resistere soltanto un tempo davanti al proprio pubblico contro l'intensità del Como. Quella andata in scena al Grande Torino  non è stata solo una sconfitta, ma un campanello d'allarme che risuona forte nell'ambiente granata.

​Un'infermeria troppo affollata

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​Sarebbe intellettualmente disonesto non concedere l'onore delle armi considerando l'emergenza totale con cui il Toro si è presentato in campo. Le assenze erano un macigno impossibile da sollevare: rinunciare contemporaneamente a cinque titolari come Simeone, Adams, Ilic, Ismajli e Coco ha, di fatto, smantellato la spina dorsale della squadra.

​Senza i riferimenti offensivi e la solidità arretrata, la squadra ha provato a galleggiare per 45 minuti, aggrappandosi all'orgoglio e al primo gol in campionato di Vlasic, unica nota lieta in una serata da dimenticare. Ma la rete del croato, su rigore, è stata solo un'illusione, una scintilla incapace di accendere il fuoco in una squadra apparsa, alla lunga, fragile e disunita.

​La lezione dei giovani del Como

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​Se da un lato il Toro piange le sue assenze, dall'altro deve riflettere su come ha perso. Il Como ha legittimato la vittoria ma con idee, gioco, velocità e individualità. È vero, i lariani quest'anno hanno investito la cifra monstre di 119 milioni di euro sul mercato, più circa 180 lo scorso anno, ma hanno avuto il coraggio di puntare tutto sulla freschezza. Mentre i granata arrancavano, il Como volava sulle ali di una gioventù sfacciata e talentuosa. A firmare la condanna del Toro non sono stati veterani strapagati, ma una "linea verde" impressionante: hanno segnato due ventenni, Addai e Jacobo Ramon. Poi ha timbrato il cartellino un classe 2003 super talentuoso, Nico Paz, per la cui cessione il Como ha rifiutato 70 milioni, e ha chiuso i conti un ventiduenne, Baturina.


​E se guardiamo alla regia e alle rifiniture, la musica non cambia: gli assist sono arrivati dal ventenne Jesus Rodriguez e dal ventiduenne Perrone. Una dimostrazione di forza e programmazione che deve far riflettere.

Le 3 cose che non hanno funzionato

Un 1-5 in casa non ammette repliche, ma esige spiegazioni. Al netto dell'emergenza infortuni, ecco i tre punti critici che hanno trasformato la partita del Grande Torino in un incubo.

1. La voragine centrale: difesa in tilt senza leader

Incassare 5 gol in casa è la fotografia impietosa dell'assenza contemporanea di Ismajli e Coco. Senza i due marcatori titolari, la retroguardia ha perso le distanze e il coraggio di accorciare in avanti. I giovani terribili del Como (Addai, Baturina e Jacobo Ramon) hanno trovato praterie centrali, infilandosi come lame nel burro in una difesa che, priva di guide e con un colpevole Masina, ha finito per lasciare Paleari in balia degli eventi.

2. Il dislivello tecnico in mezzo al campo

L'assenza di Ilic ha tolto al Toro il "brain trust", il cervello della manovra che aveva scalzato il rientrante Asllani. Di contro, la qualità di palleggio di Nico Paz e Perrone ha mandato fuori giri il pressing granata. I centrocampisti del Toro hanno passato la ripresa a rincorrere il pallone senza mai prenderlo, finendo per esaurire le energie fisiche e mentali ben prima del 90', spalancando la porta alla goleada lariana.

3. L'effetto boomerang: attacco troppo leggero

A parte il lampo di Vlasic (l'unico a salvarsi nel naufragio), l'assenza del tandem Simeone-Adams è stata devastante per l'equilibrio generale. Senza la fisicità del Cholito per proteggere palla e far salire la squadra, ogni rinvio della difesa del Toro si trasformava in un "boomerang": la palla tornava indietro immediatamente tra i piedi del Como. Zapata, purtroppo, non è più quello che conoscevamo pre infortunio e Ngonge è troppo evanescente. La difesa granata non ha mai avuto un attimo di respiro anche perché l'attacco non è mai riuscito a tenere palla nella metà campo avversaria e il centrocampo non è riuscito a fare filtro.

​Rialzarsi subito

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​È stata una sconfitta bruttissima, inutile girarci intorno. Il risultato è pesante e il modo in cui è maturato, con il crollo verticale nella ripresa, fa molto male. Tuttavia, piangersi addosso ora non serve più. Bisogna recuperare i pezzi, svuotare l'infermeria e ritrovare subito idee e spirito combattivo. Il campionato non aspetta: archiviare Como e ripartire immediatamente sabato con il Lecce è l'unico imperativo categorico.

Manager, docente Luiss, esperto di comunicazione e Public Affairs, giornalista pubblicista col cuore granata. Michelangelo Suigo è un autore che per chi è avvezzo al mondo della comunicazione, specialmente se legata all’imprenditoria, non ha bisogno di presentazioni. Chi volesse approfondire il suo sterminato curriculum può farlo sul sito di Inwit, azienda di cui ricopre attualmente il ruolo di EVP External Relations, Communication & Sustainability Director. Ma soprattutto, per quel che attiene a questa rubrica, Michelangelo è un orgoglioso e genuino tifoso granata.

Disclaimer: gli opinionisti ospitati da Toro News esprimono il loro pensiero indipendentemente dalla linea editoriale seguita dalla Redazione del giornale online, il quale da sempre fa del pluralismo e della libera condivisione delle opinioni un proprio tratto distintivo.